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14/08/2024 06:00:00

Il caso dell'acqua non potabile a Trapani: tra sospetti, indagini e pozzi sequestrati. Ecco quali

La crisi idrica a Trapani ha preso una piega inaspettata. Tutto è iniziato con sospetti su autobotti che rifornivano continuamente il centro storico. Un via vai di continuo da ristoranti, alberghi, e cittadini privati che, in un momento di grave carenza d'acqua, hanno portato a un'indagine approfondita.Tante le segnalazioni al sindaco Giacomo Tranchida, determinato a garantire l'approvvigionamento idrico alla città, il quale decide di autorizzare l'Asp a controllare i pozzi privati, con la speranza di poterli utilizzare per integrare le risorse cittadine.

Purtroppo le indagini rivelano una realtà preoccupante: le due aziende private, che avevano intensificato le loro attività di rifornimento idrico durante la crisi, utilizzavano acqua non potabile proveniente da pozzi privati. L'acqua, analizzata dall'Asp, è risultata inadatta al consumo umano e all'uso igienico, nonostante i pozzi fossero autorizzati dal Genio Civile. 

In poche parole, l'acqua non è potabile, seppur sembrerebbe fosse utilizzata anche per cucinare e non per lavare le auto. L'ordinanza del sindaco Tranchida, che voleva integrare l'approvvigionamento idrico e , invece, ha finito con l'interdire alla vendita l'acqua dei due pozzi. Sembrerebbe la fine di un business con incassi record tra somme fatturate e non, con rifornimenti di autobotti dai costi esorbitanti, per le cifre fluttuanti a seconda dei litri trasportati e dell'urgenza della chiamata.

A fronte dell’emergenza idrica, ho ritenuto di dare seguito ad alcune segnalazioni che davano come potabile l’acqua di alcuni pozzi privati – spiega il sindaco Giacomo Tranchida -. Tentativo doveroso in un momento di particolare criticità per garantire continuità al servizio idrico in città. Purtroppo, dalle analisi dell’Asp è arrivato il diniego di immettere in rete l’acqua proveniente da questi pozzi perché non potabile, quindi non utilizzabile per il consumo umano. Questo anche se i pozzi sono autorizzati dal Genio Civile, l'acqua non rispetta i criteri di sicurezza”.

I due pozzi segnalati sono uno in via Salemi e uno in via Tenente Alberti e come sottolinea l’asp, l’acqua prelevata non è conforme ai parametri microbiologici e chimici, e il mancato rispetto per i vincoli normativi espone a rischi di contaminazione. In particolare, la collocazione di questi pozzi non sarebbe fuori dagli almeno 200 metri fuori dalle aree urbane né lontani da reti fognarie, coltivazioni e abitazioni.

Condizione questa necessaria per prevenire potenziali contaminazioni. “C'è un pozzo in un'area demaniale che presenta un problema di solfati – continua -. Stiamo valutando se sia possibile trattare l'acqua per renderla potabile, ma al momento non sembra esserci questa possibilità. Inoltre, il pozzo si trova vicino al Comando dei Vigili del Fuoco, e nel frattempo, i Vigili del Fuoco potrebbero utilizzare l'acqua per scopi non potabili, come ad esempio per spegnere incendi. L’Amministrazione cerca soluzioni per rendere l'acqua potabile, ma la priorità rimane quella di trovare altre fonti. Fino a tre giorni fa in Prefettura, alla Cabina di Regia ho chiesto a che punto siamo con i dissalatori. Noi non molliamo”.