Sulla vicenda Open Arms e la richiesta di condanna per Salvini
di Katia Regina - Non mi è caro, non lo considero gentile e men che mai egregio. Non ho pertanto una formula per cominciare una ipotetica lettera al ministro Salvini. Salto i convenevoli e vado dritta al punto: NON POTEVI FARLO! Non potevi tenere bloccata, per venti giorni, una nave che aveva salvato 147 persone da morte certa in mare. Anche se eri ministro dell'Interno, non potevi farlo!
Esistono numerose convenzioni internazionali per la salvaguardia della vita umana in mare: SOLAS, SAR, UNCLOS, e l'Italia ha aderito a tutte le principali convenzioni internazionali che regolano il soccorso in mare, firmate molto prima che tu diventassi ministro. Questo significa che il nostro Paese è vincolato agli obblighi previsti da questi trattati e deve garantire il rispetto del diritto al soccorso per tutte le persone in pericolo nel Mediterraneo e in altri mari.
Il diritto al soccorso in mare è un diritto fondamentale che deriva dal diritto alla vita e alla dignità umana e si applica a tutte le persone in pericolo, senza distinzione alcuna.
Quello che hai fatto si chiama: sequestro di persona. Anche se io lo chiamerei sospensione di umanità, ma questo non è un reato, e lo vediamo bene in tutte le latitudini del nostro pianeta.
Ma come si fa a farglielo capire? Non c'è verso, perché il sistema cognitivo del ministro è binario: giusto/sbagliato, noi/loro, amico/nemico... senza complessità, senza posizioni intermedie, ma quel che peggio, in questo caso, senza tenere conto che stiamo parlando di disperati che rischiano la vita per fuggire da condizioni terribili. Va da sé che questo metodo manicheo di divulgare un pensiero politico è perfetto per mobilitare le folle intorno a una causa comune, creare identità, aizzare l'algoritmo sui social.
E dunque, per tornare al caso, centoquarantasette persone in fuga, comprese donne e bambini, stremate dal naufragio e dagli orrori che hanno vissuto prima ancora di affrontare il viaggio in mare, ecco che diventano nemici, minacce per la nazione... il ministro non li guarda in faccia uno a uno, non incrocia i loro sguardi, e chissà, magari resterebbe della stessa opinione pur facendolo. Ma badate bene, la responsabilità è diffusa in questa vicenda, e quanti oggi balbettano per aver firmato il Decreto Sicurezza bis dovrebbero avere la dignità di chiedere scusa senza tentare neppure di giustificarsi.
A bordo dell'Open Arms non c'era alcun terrorista, lo ha detto la procuratrice aggiunta Marzia Sabella. Attendiamo l'arringa difensiva dell'avvocata Giulia Bongiorno, fissata per il 18 ottobre.
Non so come andrà a finire, ma voglio concedermi il lusso di applicare il ragionamento binario che tanto piace alla politica contemporanea, sostituendo però i termini giuridici colpevole/innocente, con Cristiano/NonCristiano.
Consigli per la lettura per il ministro: tutti i trattati internazionali e le convenzioni sui Diritti Umani firmati dall'Italia.
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