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28/02/2025 22:40:00

Trapani: Genco va via, il Pd perde il gruppo e ...vola l'ironia

Colpo di scena a Palazzo Cavarretta: il Partito democratico perde Andrea Genco, vicepresidente del consiglio, e restando con due soli esponenti perde anche il gruppo consiliare. Genco ha preferito, infatti, tornare tra le braccia di RiGenerAzioni - Europa Verde.

Le motivazioni? "Diatribe interne" che avrebbero reso impossibile proseguire "con serietà e serenità". Insomma, un addio amaro, ma con la promessa di continuare a lavorare per la città, seppur sotto altre bandiere.

Pur non essendo coinvolto personalmente e direttamente nelle diatribe interne al gruppo attualmente in atto, non posso fare a meno di manifestare tutto il mio rammarico per la decisione che sono stato costretto a prendere - dichiara Andrea Genco - Avevo aderito al gruppo del PD con pieno spirito di collaborazione e con tutta la volontà di costruire un progetto futuro per la crescita di questo territorio, alternativo a quello di un centrodestra che non rappresenta minimamente i miei valori, andando oltre ogni particolarismo.

Sono stato eletto in una lista civica dalla quale è nato il gruppo consiliare RiGenerAzioni - Europa Verde e non ho mai nascosto che il mio impegno politico locale fosse anzitutto orientato verso l’esperienza civica che mi ha sempre contraddistinto".

A rsintetizzare la crisi del PD ci ha pensato Tore Fileccia, consigliere del gruppo misto, che con un pizzico di ironia (e di dialetto) ha commentato: "Pdero a uno". Un modo colorito per dire che il PD è rimasto con soli due consiglieri, sotto la soglia minima di tre per poter costituire il gruppo consiliare.

E mentre il Pd lecca le sue ferite, Genco torna al suo "primo amore", quel gruppo civico, di riferimento dell'assessore Lele Barbara, che lo aveva visto nascere politicamente. Un ritorno alle origini, insomma, dopo una breve e travagliata parentesi nel partito democratico.

Resta da capire quali saranno le ripercussioni di questo terremoto politico sugli equilibri del Consiglio Comunale. Una cosa è certa: la maggioranza, già traballante, dovrà fare i conti con un nuovo assetto.