
Le Provinciali lacerano il centrodestra in Sicilia. Falcone e i tradimenti in Forza Italia
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Ad elezioni finite e a spoglio ultimato, il deputato europeo di Forza Italia Marco Falcone tuonava contro alcuni del suo stesso partito. Il risultato di Enna è stato imbarazzante per gli azzurri, tanto da far intervenire direttamente.
Falcone ha chiesto l’intervento del nazionale per quanto accaduto: “Il risultato delle Provinciali a Enna è stato chiaramente condizionato da alleanze innaturali e dal consociativismo non più occulto che, purtroppo, caratterizza la gestione di Forza Italia in quel territorio. Il candidato del centrodestra Rosario Colianni è stato penalizzato dai voti disgiunti, nelle schede con preferenze FI, in favore del candidato della sinistra Capizzi. Più volte abbiamo segnalato la situazione di Enna, dove purtroppo la segretaria locale Luisa Lantieri non ha mai reciso i legami con il Pd, il partito in cui militava fino a poco tempo fa. Dalla segreteria regionale non c'è stato nessun intervento in difesa della coerenza e dei valori del nostro partito”.
Accuse lanciate da Falcone a Marcello Caruso, coordinatore regionale, che pare non avesse fatto abbastanza per far marciare i suoi, cioè quelli di Forza Italia, nella direzione del centrodestra unito.
La questione Enna finirà a Roma, dice Falcone: “Affinché il segretario Marcello Caruso non si volti più dall'altra parte rispetto ai tradimenti dell'alleanza di centrodestra e dei valori di Forza Italia. Voglio ringraziare di cuore il sindaco Colianni per la battaglia onorata con generosità e attaccamento alla coalizione di centrodestra e a Forza Italia. Lo stesso non ha fatto l'on. Lantieri, preferendo alla lealtà i giochi di palazzo”. Questione che potrebbe pure riguardare Trapani, con una parte di azzurri che ha deciso, senza nascondersi, di votare Salvatore Quinci, portandolo alla vittoria. Falcone però non affronta il nodo Trapani perché potrebbe risultare sconveniente visti i rapporti amichevoli con Stefano Pellegrino, capogruppo all’ARS.
Hanno vinto tutti, hanno perso tutti.
Nel borsino delle vittorie, pare che abbiano vinto tutti, ognuno si intesta una vittoria che però nella pragmaticità dei fatti non c’è. Il centrosinistra elegge singoli in una lista a sostegno di Quinci, parlando di radicamento sui territori quando, però, spesso non esistono nemmeno i gruppi consiliari.
Nel centrodestra esultano e ululano al tradimento. Nessuno ha tradito perché, banalmente, non esiste un tavolo di centrodestra che metta da parte i personalismi e le ambizioni e favorisca linee politiche collegiali. E’ una prova di forza continua a cui sono affezionati, per spartirsi pezzi di partito e posizionamenti vari. Lontano davvero da quello che un partito dovrebbe fare.
La destra traccheggia con il centrosinistra, il centrosinistra amoreggia con la destra. Si può liquidare così questa imbarazzante elezione di secondo livello.
E lo sa molto bene Giovanni Lentini, sindaco di Castelvetrano, stimato professionista, la cui candidatura è stata cercata e voluta da Mimmo Turano(Lega) e da Toni Scilla(FI), che non ha lesinato critiche al partito azzurro a sconfitta cocente.
I comunicati trionfali di centrodestra e centrosinistra sono il plastico di ciò che la politica non è più: ideali e rigore nella apparenza.
Nessuna prova di democrazia, a votare non sono stati i cittadini, resta una democrazia sospesa: consiglieri e presidente non eletti dal popolo ma dalla casta, che ha per prima cosa tutelato se stessa, con occhio dritto al prossimo appuntamento elettorale.

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