Dopo due giorni in cui sembrava essersi finalmente ristabilita una parvenza di normalità, il centro storico di Trapani torna a fare i conti con l’assenza di acqua. Un disservizio che, paradossalmente, per molti residenti e gestori di strutture ricettive ormai non è più l’eccezione ma la regola.
A denunciare la situazione, con una lettera inviata alla redazione di Tp24, è un operatore del settore turistico che racconta con amarezza l’ennesima beffa: “Dopo venti giorni a secco, ci hanno illusi con appena due giornate di acqua. Ora siamo di nuovo senza. Nel 2025, in una città turistica, è inaccettabile. I turisti stranieri non ci credono quando glielo spieghiamo. E come dargli torto?”.
Il disagio è aggravato dall’assenza di risposte concrete da parte dell’amministrazione comunale: “Riceviamo solo scaricabarile. Intanto, affrontiamo spese sempre più alte per far arrivare le autobotti, e nemmeno ci vengono rimborsate nonostante le fatture siano regolarmente inviate via PEC. In certi vicoli, poi, le autobotti nemmeno riescono ad arrivare”.
Un paradosso che diventa ancora più intollerabile se si considera che l’aumento della tassa di soggiorno — del 75% — dovrebbe andare proprio a migliorare i servizi turistici. “Invece — conclude la lettera — non siamo in grado nemmeno di garantire un bene primario come l’acqua. L’anormalità qui è diventata la norma. E la normalità un lusso”.
Cresce così la rabbia e la frustrazione di chi, in piena stagione, dovrebbe accogliere i turisti e offrire loro un servizio all’altezza. Ma che, ogni giorno, si trova a dover fare i conti con una realtà che profuma più di medioevo che di rilancio.