Si moltiplicano le lamentele per i disservizi idrici a Trapani. In via Pace a Fulgatore manca l'acqua da oltre dieci giorni mentre la strada Erice Mazara continua ancora oggi ad essere allagata, ad oltre un anno dalla rottura della condotta idrica in questo tratto di strada.
Siamo solo all'inizio di Maggio e la morsa della crisi idrica si fa già sentire prepotente, preannunciando un'estate che, a quanto pare, sarà un calvario peggiore della precedente. I cittadini del territorio chiedono a gran voce un bene primario come l'acqua che scorra dai rubinetti delle loro case, ma si ritrovano a vivere un paradosso tanto beffardo quanto inaccettabile: la sete da una parte e lo spreco ostentato dall'altra.
Le segnalazioni di interruzione di servizio idrico aumentano e si spostano dal centro storico, oggetto di polemiche per l'erogazione a singhiozzo, alle zone periferiche.Due le lettere-denuncia che descrivono situazioni paradossali e contemporanee, l'una a 15 chilometri l'una dall'altra ma che raccontano lo stesso dramma.

A Fulgatore da undici giorni i rubinetti di via Pace sono a secco mentre, a quattrocento metri di distanza, una condotta rotta trasforma la strada in torrente.
"Sono un cittadino trapanese che vive con moglie e figli a Fulgatore, in via Pace. È da più di dieci giorni che siamo senza acqua... Quattrocento metri sopra casa mia la strada è allagata da sette giorni e nessuno interviene. Pago 600 euro di bollette, 1 000 di TARI, 70 per la cisterna, e loro si alzano gli stipendi".
Quella raccontata è una "normalità" fatta di bollette salate, autobotti a pagamento, stipendi pubblici lievitati e cantieri aperti e mai finiti, che collima con l'immagine data di un Comune che vanta perdite idriche "solo" al 17 % ma lascia le famiglie senz'acqua per lavori programmati mal comunicati, per falle che nessuno ripara.
E se a Trapani centro storico e frazioni bevono a singhiozzo da mesi, un cantiere lasciato a cielo aperto in via Erice‑Mazara riversa litri d'acqua sull'asfalto ventiquattro ore su ventiquattro. La rete pubblica disperde più del consentito, e la soluzione non è attuata perché la falla è proprio lungo la stessa e unica condotta che disseta la città Questa l'istantanea ‑ amara e paradossale ‑ che emerge, anche grazie ad un rapido confronto con dati ufficiali, delibere comunali e avvisi di servizio: la sete dei cittadini non nasce da una calamità naturale, ma da scelte e ritardi che si trascinano da oltre un anno.

"... Da 15‑16 mesi un cantiere sospeso in via Erice‑Mazara perde acqua h24 che riempie case e terreni... L'amministrazione preferisce sprecarla, anziché riparare il danno una volta per tutte, e dare un po' di vita normale ai cittadini trapanesi". Le parole del residente, corredate ogni giorno da fotografie inviate alla nostra redazione, condensano il sentimento dominante fra gli abitanti del centro storico: indignazione e incredulità dinanzi a perdite che nessuno tampona.
Secondo i tecnici comunali chiudere la tubazione "costerebbe lasciare mezza città senz'acqua", perciò si preferisce rinviare l'intervento e deviare il traffico, trasformando la perdita in una "fontana pubblica" tanto suggestiva quanto costosa. Intanto, l'area continua ad essere segnalata come "pericolosissima" dagli stessi cittadini: l'acqua invade garage e terreni adiacenti, erode l'asfalto e obbliga gli automobilisti a deviazioni ogni giorno.