“Ogni sera viviamo con il fiato sospeso, chiedendoci se l’urlo che sentiamo dalla finestra sarà l’ennesima bravata o qualcosa di peggio”. A raccontare l’ inquietudine ormai quotidiana, sono i firmatari dell’esposto sottoscritto da decine di famiglie dei complessi residenziali che abbracciano l’autostazione ATM e il Pala Ilio.
“La situazione ormai insostenibile compromette gravemente la sicurezza pubblica, la tranquillità e il diritto al riposo dei residenti” denunciano i residenti. chiedendo con urgenza, l’intervento di sindaco, prefetto, questore e comandante della Polizia municipale.
Il documento fotografa una situazione che, notte dopo notte, è diventata insostenibile: raduni di decine di giovani, casse acustiche sparate al massimo, corse improvvisate di auto e moto che trasformano la corsia d’accesso al piazzale in una pista clandestina. Chi prova a redarguire, raccontano i condomini, viene zittito a colpi di insulti e minacce. “Ci sentiamo ostaggi in casa nostra – raccontano– La chiusura dei cancelli dell’autostazione non basta: la festa si sposta di dieci metri, la paura resta qui”.
Il timore non nasce solo dal chiasso. Pochi passi più in là, appena dieci giorni fa, una discussione tra adolescenti degenerava in una rissa feroce: un quattordicenne finiva al Sant’Antonio Abate con la mandibola e l’arcata sopracciliare fratturate. Secondo la ricostruzione della Polizia, tutto sarebbe partito da uno sguardo «di troppo» rivolto a una coetanea. Pugni, sangue sull’asfalto, sirene nella notte. L’inchiesta è ancora aperta, ma nelle chat del quartiere quell’episodio è diventato il simbolo di un clima che rischia di esplodere di nuovo.
Nell’esposto i residenti riconoscono che le pattuglie, chiamate a ripetizione via 112, arrivano. Ma, spezzato il raduno, bastano pochi minuti perché le stesse auto sfreccino di nuovo, come a voler reclamare il territorio strappato. “Serve una strategia strutturata”, insistono i firmatari; chiedono varchi controllati, telecamere davvero funzionanti, un presidio fisso soprattutto nei fine settimana.
Un passaggio, più di tutti, restituisce la tensione: “Diversi condomini – scrivono – sono stati intimiditi quando hanno chiesto di abbassare il volume o di smetterla con le sgommate”. Non solo rumore, dunque, ma la sensazione di poter diventare bersaglio di reazioni imprevedibili. La paura diffusa è che Trapani diventi un farwest.
“Confidiamo in un tempestivo intervento delle Autorità, a tutela della sicurezza e della vivibilità del nostro quartiere” è l’appello con cui i cittadini chiudono l’esposto.