Sionismo, Apartheid e Antisemitismo sono le idee tornate nel dibattito pubblico italiano. È successo allorquando una coppia di turisti israeliani in vacanza a Napoli ha avuto un acceso – perifrasi – confronto con la proprietà di una taverna, che aderisce a una campagna denominata: "Spazi liberi dall'apartheid israeliano. Liberi dall'apartheid. Uniti contro il razzismo."
È utile rammentare che l'apartheid è un concetto, gli altri due di cui si sta parlando abbondantemente dal 7 ottobre, che discrimina le persone e le separa in base all'etnia, particolarmente tra bianchi e non bianchi.
I due avventori hanno fatto un video dell'accaduto, rendendolo pubblico, che è diventato virale.
Dal filmato si evince che Nives Monda – la proprietaria – , nonostante non vi sia traccia della discussione avvenuta precedentemente, affermi: "Zionist not welcome here" e poi, uscendo dalla cucina, "Yes. I'm very proud of this."
L'avventrice Gili Moses ha replicato: "Antisemita. Sostenitore del terrorismo, sei un odiatore di ebrei. Sostenitore dei terroristi, ecco cosa sei, duemila anni di persecuzione non sono abbastanza per te."
La Monda ha ribadito: "I sionisti non sono benvenuti qui."
La Moses: "I sionisti vadano nella nostra terra ebraica. Qualunque cosa tu sia è merito della nostra cultura. Avete venerato Gesù e Maria che, per tutto il tempo, sono stati ebrei. Giusto? Sono nati e morti come ebrei. Non abbiamo paura di voi, sostenitori del terrorismo."
Tralasciando se sia avvenuto il pagamento, è certo che la signora israeliana ha denunciato di essere stata vittima di discriminazione per la sua nazionalità, come è acclarato che la Monda abbia sposato la causa palestinese e sia antisionista, che – si rammenta sempre – non è antisemitismo.
La realtà ci narra che a Gaza non ci siano: ospedali, farmaci, cibo e acqua. Inoltre, c'è un piano approvato dal Consiglio di Sicurezza di Israele chiamato "Carri di Gedeone", e già la scelta del nome spiega l'intenzione di Netanyahu, perché il personaggio biblico fu scelto da Dio per salvare il popolo ebreo e per rimuovere l'idolatria.
Il progetto del premier prevede l'occupazione militare stabile di buona parte del territorio della Striscia di Gaza, forse tutto, e il trasferimento o deportazione della popolazione palestinese, già in maggioranza allontanata o cacciata dalle proprie abitazioni, nel sud della Striscia per proseguire le operazioni a nord.
Dopo l'indubbio pogrom del 7 ottobre, è altrettanto inconfutabile che sulla Striscia si stia esercitando una vendetta molto vicina al genocidio, tutto lontano anni luce dalla giustizia.
Vittorio Alfieri