Lo stato della politica a Marsala è imbarazzante e riguarda sia il centrodestra che il centrosinistra. Il center-left ha trovato la quadra su Andreana Patti, che da sempre ha rivendicato di essere un tecnico civico e trasversale, confermato dal dialogo con ProgettiAmo Marsala, organizzazione vicinissima a Fratelli d’Italia, e dall’alleanza con il neonato Partito Liberaldemocratico (PLD), che detesta la sinistra e il Movimento 5 Stelle, e il cui fondatore, Marattin, si è dissociato prima dal PD e poi da Italia Viva.
Infine è riuscita nel capolavoro di unire la segretaria del PD comunale, Licari, e il vice referente pentastellato lilibetano, ex consigliere comunale Aldo Rodriguez, acerrimi nemici nella passata consiliatura.
Il Movimento 5 Stelle è stato tenero nella disamina delle passate elezioni, nelle quali era candidato sia a sindaco che a consigliere, definendosi il primo dei non eletti a primo cittadino con il 6,74% e 2.783 voti, comunque a diecimila dal secondo, che non andò neanche al ballottaggio. Idem a Sala delle Lapidi, ricordandogli che il primo dei non eletti per il Consiglio comunale fu Calogero Ferreri del PD, con appena 464 consensi, superiori ai suoi 174. Della serie: il politichese è servito.
Nei conservatori siamo al surreale: non riuscendo a esprimere un candidato organico ai partiti, si affida a Nicola Fici, ex PD e Cento Passi per la Sicilia, che comunque fa storcere il naso a componenti di Fratelli d’Italia. Al punto che Michele Gandolfo, ex assessore della giunta Grillo, ora in Grande Sicilia di Raffaele Lombardo, già condannato – ma prescritto – per finanziamento illecito ai partiti, ha intimato un ultimatum a Fici, che deve sciogliere la riserva entro pochissimo tempo; in caso contrario convergerà sulla Patti.
Dei sette consiglieri comunali Coppola, Rodriguez, Eleonora Milazzo, Giacalone, Carnese, Accardi e Genna che gli hanno concesso l’endorsement, non è dato sapere.
Certo, il capolavoro trasformistico da Cento Passi, ispirato a Peppino Impastato – omicidio passato in secondo ordine perché avvenuto nello stesso giorno di quello di Aldo Moro, il 9 maggio 1978 – alla nuova DC Sicilia di Totò Cuffaro, in nome del civismo, ha pochissimi eguali.
Siccome non basta mai, l’assessore Gaspare Di Girolamo ha rivelato che il sindaco uscente, ricandidato, è pronto a dialogare con Fici per trovare una sintesi e un’unità di intenti in vista delle prossime amministrative.
Ma tutto ciò non è dignitoso per la politica, perché esiste una maggioranza silenziosa, della quale fanno parte gli astenuti, che deve fare rumore, che non si arrende all’idea che la politica “è sangue e merda”, che “le ingiustizie fanno parte del grande capitolo dei rischi prevedibili e calcolabili”.
Vittorio Alfieri