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10/05/2025 06:00:00

Scandalo referti. La difesa di Croce / 3. “Numeri sbagliati, ma non è un mio errore"

Il direttore generale sospeso dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, punta il dito contro la Regione Siciliana e contesta punto per punto i rilievi mossi dopo lo scandalo dei referti istologici in ritardo. Dopo aver parlato di "omertà" tra i dirigenti medici e chiamato in causa l’assessorato alla Salute e Schifani, Croce ora nega responsabilità dirette e replica alle accuse sulla gestione dei dati, sulla mancata adozione di linee guida e sui numeri comunicati alla Regione.

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 C’è una sola data in cui Ferdinando Croce incontra Renato Schifani, presidente della Regione, è il 4 marzo 2025, a scandalo già accaduto.
I numeri non tornano. Croce sostiene, nelle sue controdeduzioni, che l’affermazione scritta in una nota del 15 marzo 2025, a firma dell’Assessore regionale della Salute Daniela Faraoni e dei Dirigenti generali Salvatore Iacolino e Giacomo Scalzo, secondo cui “nell’incontro tenutosi in presenza il 4 marzo 2025, il direttore generale dell’Asp di Trapani aveva indicato un numero di gran lunga inferiore di esami ancora da refertare (circa 300 campioni)” non sia vera.
Croce sostiene: "Non ha MAI riferito che residuassero trecento casi o anche genericamente qualche centinaio di casi da refertare. A specifica domanda rivolta sul punto dall’Assessore regionale della Salute in ordine ai referti mancanti esclusivamente per l’anno 2024, il sottoscritto si asteneva dal rendere risposta diretta e si rivolgeva al Direttore sanitario aziendale, Danilo Greco, chiedendo allo stesso di relazionare in merito”.
Ed effettivamente dall’incontro del 5 marzo il Direttore sanitario elencava i referti mancanti, pari a 3313.

Contestazioni e confutazioni
Per il Dg Croce ci sono addebiti che non sono riconducibili alla sua persona. Non sussisterebbero, secondo Croce, “gravi responsabilità gestionali”. Pure Giacomo Scalzo, dirigente generale, il 3 marzo scrisse: “Il DASOE prende atto della completezza delle azioni adottate dall’attuale Direzione strategica, sottolineando e raccomandando che la Commissione interna dalla stessa Direzione frattanto preposta e insediata accerti in particolare le responsabilità inerenti alla mancata vigilanza da parte dei Direttori di Anatomia Patologica dell’Asp Trapani e Ginecologia e Ostetricia di Mazara del Vallo e alle relative anomalie gestionali cliniche e sanitarie da parte dei medesimi”.
Non solo, scriveva pure “si conviene che ogni utile strumento è stato posto in essere dall’attuale Direzione strategica al fine di porre rimedio al consistente arretrato ereditato e al fine di assicurare la più celere riconduzione ai tempi previsti per l’esecuzione e refertazione dei campioni istologici”. In buona sostanza nel verbale di accertamento ispettivo Scalzo parla di “completezza delle azioni adottate” e, in data 28 marzo 2025, di “assenza di azioni concrete”. Una contraddizione in termini.

L’altra contestazione mossa a Croce è che dai dati forniti dall’Asp di Trapani in merito al numero degli esiti istopatologici, riferiti agli anni 2022/2024 e confrontati con il target fissato dalla SIAPEC (Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica), emerge un’evidente riduzione delle attività per ciascun dirigente medico anatomo patologo. Per Croce questo punto non è a lui addebitabile e non configura responsabilità ma appartengono al lavoro del singolo professionista e alla capacità del Direttore dell’ Unità operativa complessa di motivare i propri collaboratori e spronarli a una maggiore produttività.
Pare però che Scalzo, che fece l’ispezione regionale all’ASP di Trapani, non avrebbe direttamente interpellato la SIAPEC per avere le informazioni relative ma avrebbe ricavato le stesse dal sito internet della Società scientifica. A rilevarlo anche Filippo Fraggetta, attuale Presidente nazionale della SIAPEC, che ha affermato che la SIAPEC non è stata consultata e che i risultati del gruppo di studio incaricato dalla Società scientifica per la individuazione dei target su carichi di lavoro e tempistica sarebbero ancora in corso di pubblicazione. Infine che il il target medio di 2 mila-2500 diagnosi l’anno “viene fuori da un’analisi eseguita nel 2018 in Veneto e Puglia”.

Nella ispezione regionale emerge l’assenza di linee guida o procedure adottate dal Servizio di Anatomia Patologica in ottemperanza alle Linee Guida emanate dal Ministero della Salute del 2015 “Linee guida tracciabilità, raccolta, trasporto, conservazione e archiviazione di cellule e tessuti per indagini diagnostiche di anatomia patologica”.


Croce nella sua difesa scrive che esisteva una procedura gestionale di sistema adottata ad ottobre 2014, denominata “Percorso del campione biologico destinato ad indagini anatomo-patologiche”, ed è quella ancora vigente.
Per il Dg la responsabilità a promuovere tempestivamente l’adozione delle procedure è del Direttore dell’Unità operativa complessa di volta in volta interessata; del Direttore sanitario, del Direttore del Dipartimento e al Responsabile Rischio clinico e Qualità compete la verifica dei documenti redatti dal Direttore della Uoc. Mentre il Direttore generale si limita ad approvare il documento finale.



Sanità | 2025-06-19 00:00:00
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