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11/05/2025 06:00:00

Trapani ed Erice, la politica dei vasi comunicanti: consulenze, equilibri e nomine tra Tranchida e Toscano

 Daniela chiama, Giacomo risponde. Tra il Comune di Trapani e quello di Erice è sempre più evidente una politica dei vasi comunicanti, dove ruoli, poltrone e funzioni si muovono con una logica di mutuo soccorso politico. Il baricentro dell’asse è sempre lo stesso: Giacomo Tranchida e Daniela Toscano, sindaci alleati e spesso pronti a correre in aiuto l’uno dell’altra, soprattutto nei momenti di crisi.

Ed è proprio una crisi – quella che si è aperta nelle scorse settimane nella maggioranza di Erice – ad aver attivato l’ennesimo scambio istituzionale con contorni sempre più politici. Il tutto mentre l'opposizione accusa: "Altro che trasparenza, qui si usano soldi pubblici per risolvere equilibri di palazzo".

La crisi a Erice e il valzer delle dimissioni

A far esplodere la miccia è stata la rottura politica nella giunta di Erice, con la sindaca Toscano costretta a rimescolare le carte per evitare che la maggioranza finisse in frantumi. Il nodo: fare posto in giunta a Vito Milana,  chiedendo al vice sindaco storico, Gianni Mauro, di farsi da parte.

Un sacrificio? Forse. Ma solo in apparenza.

Mauro lascia Erice e diventa consulente (stipendiato) di Tranchida

Mentre da Erice sparisce la sua indennità da vicesindaco, Gianni Mauro riappare a Trapani: nominato consulente del sindaco Tranchida con un compenso di 36mila euro lordi l’anno, fondi prelevati dal fondo di riserva del primo cittadino. Una nomina che ha sollevato molte critiche, soprattutto per le modalità: nessuna selezione pubblica, ma una decisione fiduciaria in pieno stile tranchidiano.

E pensare che Mauro aveva già ricoperto lo stesso incarico a titolo gratuito, negli anni precedenti. Stavolta, però, viene retribuito. Secondo Tranchida è un investimento sul merito: “L’architetto Mauro ha intercettato, da consulente gratuito, oltre 30 milioni di euro di finanziamenti per la città. È una risorsa preziosa. Taccia chi prende solo gettoni senza produrre nulla”, dichiara il sindaco in una replica piccata indirizzata al consigliere di opposizione Tore Fileccia.

Il secondo caso: Vultaggio verso la comunicazione

Ma non finisce qui. Perché il prossimo “trasferimento” da Erice a Trapani potrebbe riguardare Pietro Vultaggio, consigliere comunale ericino, giovane e iscritto all’albo dei giornalisti. Il suo nome circola per la nomina come portavoce o consulente alla comunicazione del sindaco Tranchida.

Anche qui, uno schema che si ripete: dimissioni da consigliere comunale a Erice, un posto che si libera in maggioranza, e un nuovo incarico retribuito a Trapani. Il tutto mentre il Comune capoluogo aveva bandito un concorso per l’ufficio stampa, la cui graduatoria è stata fatta scadere. Una scelta che alimenta dubbi e critiche.

Le opposizioni attaccano: “Posti pubblici per interessi politici”

A Trapani come a Erice, l’opposizione parla apertamente di uso distorto delle cariche pubbliche per fini politici. “Dignità in vendita”, denuncia la consigliera ericina Mannina. Mentre a Trapani, i consiglieri di minoranza contestano l’assenza di criteri trasparenti nella nomina dei consulenti, in un contesto finanziario definito “fragile e sotto osservazione”.

La polemica si estende anche alla gestione dei fondi: prelevare 36mila euro dal fondo di riserva per pagare un consulente, dicono, non è un’azione neutra, soprattutto in una fase di ristrettezze e con servizi cittadini in sofferenza.

Tranchida non arretra: “Avanti per il futuro della città”

Il sindaco di Trapani, da parte sua, respinge le accuse: difende le nomine come scelte politiche legittime, frutto di relazioni di fiducia e risultati concreti, e contrattacca contro “opposizioni inutili” e “consiglieri che pensano solo ai gettoni”.

Il suo obiettivo dichiarato: riqualificare Trapani, intercettare fondi e rafforzare l’azione amministrativa. Ma intanto la città osserva – e discute – un modello politico sempre più intrecciato tra due Comuni, due amministrazioni, e molti interessi.