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14/05/2025 07:04:00

Shark, la dolce sconfitta di Bologna. Adesso rigerenarsi per i play off

Mai sconfitta è apparsa così indolore. Trapani perde lo spareggio per il primo posto con Bologna, ma si ritrova nella parte più favorevole del tabellone dei playoff.

L’imperativo delle due squadre era quello, più che vincere, trovare accoppiamenti più favorevoli e soprattutto evitare a tutti i costi una corazzata, l’Armani Milano, vincitrice degli ultimi 4 campionati degli ultimi 5 disputati. Ma, nonostante i calcoli, si è trattato di una partita vera, intensa e vibrante, disputata su una Arena stracolma e con almeno 800 entusiastiche presenze trapanesi, che si sono fatte sentire per tutto il match.

Un incontro, occorre riconoscere, con inerzia sempre nelle mani dei Felsinei e con gli Squali poco propensi ad azzannare, vuoi perché le polveri dei migliori tiratori, Galloway e Notae in particolare, erano bagnate, ma soprattutto per la strenua difesa ordinata da Coach Ivanovic, operata ai limiti del regolamento e con un metro arbitrale che sembrava più calcistico, all’inglese, con mani sempre addosso ai portatori di palla. In tal modo, con un mismatch di alcuni kg per ogni ruolo, la Segafredo allungava fino ad un massimo vantaggio di 18 punti che appariva come un sigillo di ceralacca sulla pergamena. A questo punto, considerato che i petroniani staccavano le mani dal manubrio di una partita mentalmente già archiviata e, incidentale ma non secondario, che alcuni giocatori come Galloway e Alibegovic, sembravano uscire dal profondo letargo, ed in virtù che Eboua si rendesse autore della più prestigiosa partita disputata in carriera, gli Squali, prima costretti a nuotare sott’ acqua, facevano emergere imperiosamente la loro pinna dorsale gettando nel panico avversari e pubblico di parte bolognese. Quello granata aumentava invece i decibel ed anche se notevolmente sotto numero zittiva con cori e slogan anche il tifo organizzato delle V nere. Il tutto in un clima di assoluta correttezza, in una sorta di gemellaggio, di embrassons nous tra le due tifoserie che individuano solo nei fortitudini i loro potenziali nemici.

Si arrivava cosi, in alternanza di punteggi ad un finale in cui Alibegovic, da buon ex, sembrava mettere il sigillo sul match con un tiro morbido. Indietro di due a 4 secondi e con palla in mano non rimaneva ad Ivanovic la scelta tra 2 opzioni: o una bomba ad alto rischio od impattare e andare all’over time. Prevaleva la seconda ipotesi e Cordinier, senza trovare eccessiva resistenza nel tiro finale, impattava da pochi metri. Pareggio sacrosanto, sol che nel basket non è soluzione prevista dai regolamenti.

Si andava quindi verso un “drammatico” spareggio che alla resa dei conti si trasformava in un paradosso. Chi vinceva “beccava” quella corazzata che tutti volevano evitare come fosse pestilenza manzoniana o quei barattoli sigillati da un altro Manzoni, contenenti escrementi ( eufemismo) di artista. Fatto sta che si è assistito ad un altro tipo di partita, una sorta di “ciapanò”, come lo chiamano a Bologna o “riversino “, come etichettato dalle nostre parti. Insomma, si giocava a perdere ed in questa particolare strategia è sempre avvantaggiata la squadra che gioca in trasferta poiché ha minori sollecitazioni da parte del pubblico presente. Erano saltati ormai tutti gli schemi di gioco e le lavagne dei due Coach: più che contenere schiribizzi strategici, lampeggiavano, come lucciole nella notte, di accoppiamenti in vista dei playoff.

La spuntava ( si fa per dire ) Bologna , con il Patron Antonini che esprimeva, bevendo una bottiglietta di acqua minerale, frizzantina come il suo carattere, tutto il proprio disappunto per la vittoria mancata ad una manciata di secondi dalla fine. Indubbiamente si sarà tranquillizzato quando gli è stato riferito che certe vittorie assomigliano a quelle di Pirro sui romani ad Ascoli Satriano.

Dopo un match dai toni intensi, dalle giocate spettacolari, dai “ beccamenti” tra giocatori (coinvolto il solito noto, Mr. Robinson), dall’abituale fallo tecnico attribuito al “Buster” Repesa, si arriva così al primo turno dei playoff. Al Trapani toccherà Reggio Emilia, giunta settima nella regular season. Una compagine sicuramente abbordabile, già battuta due volte nella stagione regolare. Una squadra che non è un fulmine di guerra in attacco, con 77 punti scarsi di media- partita. Si entrerà chiaramente in un clima diverso rispetto al campionato, laddove le pressioni fisiche e mentali sui giocatori e staff assumeranno picchi esorbitanti. Quindi occorrerà resettare tutto e partire da zero. Le prime due in casa andrebbero assolutamente messe in cascina per poi tentare il match-point alla prima occasione in trasferta. Essendo incontri ravvicinati di un certo tipo, anche le forze fisiche assumeranno un peso rilevante ed è sempre preferibile chiudere nel minor tempo possibile le pratiche. La più grande nota positiva riguarda proprio quel Paul Eboua che faceva storcere il naso a molti. E’ stato il migliore in campo con 21 punti segnati, percorso netto al tiro, salvo che nei liberi. Ha fatto il bello e cattivo tempo in entrambe le postazioni del canestro, subendo ben 9 falli per fermarlo. Se non è record assoluto , poco ci manca. Se dovesse sempre esprimersi su tali livelli, sarà difficile che l’attuale oggetto misterioso, Derek Ogbeide, veda il parquet di gioco. Comunque il Patron Antonini si è voluto tutelare con 7 stranieri ed il ballottaggio, semmai, riguarderà Brown e non il camerunense di formazione cestistica italiana.  

Il sorcio verde



STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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