Potrebbero essere dichiarate zona R4, con pericolosità idraulica molto elevata, le ex saline di via Virgilio, e cambiare così per sempre la mappa urbanistica di Trapani. Una opzione aperta sul tavolo tecnico, e discussa durante la riunione tenutasi a Palermo con Regione, Comune e Technital, da cui ora parte il conto alla rovescia di 60  giorni per trasmettere gli elaborati all'Autorità di Bacino.
Negli uffici della Struttura regionale di contrasto al dissesto idrogeologico, il direttore Sergio Tumminello ha visionato le tavole preliminari consegnate dall’assessore Giuseppe Pellegrino, dal dirigente Orazio Amenta e dagli ingegneri di Technital. Sotto l’asfalto di via Virgilio, rivela lo studio, giacciono antichi canali tombati e metri di suolo impermeabile, un cocktail che in tre anni ha prodotto dodici allagamenti e un picco di dieci centimetri d’acqua sul manto stradale. Basta un pò di pioggia per creare il caos a Trapani. Tanto che lo scorso inverno, proprio in via Virgilio, antica strada salinara, l'Atm è intervenuta posizionando gli autobus di traverso per bloccare il traffico e impedire alle auto di finire nell'acqua alta.
“Ieri abbiamo illustrato gli studi effettuati e le soluzioni proposte al commissario per l’emergenza idrogeologica – spiega Amenta –. Siamo ancora in una fase preliminare: il progetto verrà presentato ufficialmente entro giugno e, quando sarà completo, ne informeremo la cittadinanza”.
Il cuore del piano è trasformare la ex salina Collegio in una grande vasca di accumulo: uno spazio- cuscinetto capace di ricevere le piene e scaricarle gradualmente. “Il problema di Trapani non è solo fognario, ma soprattutto fluviale – precisa Amenta -. Abbiamo segnalato le aree soggette a possibili allagamenti; sarà l'Autorità di Bacino a valutare la classe di rischio. Non è il comune che lo stabilisce”.
Sul fronte politico la temperatura sale. “È semplice follia continuare a pensare di lottizzare le ex saline a ridosso di via Virgilio – denuncia la deputata del Movimento 5 stelle, Cristina Ciminnisi - La nostra richiesta di vincolo è ormai imprescindibile: costruire lì comprometterebbe l’equilibrio idrogeologico dell’intera città”. Un attacco che riaccende la ferita aperta nel 2022, quando una variante urbanistica autorizzò una Rsa su un lotto destinato a verde pubblico, diventata simbolo dello scontro fra interessi edilizi e sicurezza. Nel 2025 una petizione popolare da oltre 500 firme ha chiesto lo stop definitivo alle colate di cemento, sostenuta dall'Ordine degli Architetti che ha bollato Pug e Zes come “miopi verso la fragilità idraulica”.
Ora l’esito dipende dalla scala dei rischi: R1 (basso), R2 (moderato), R3 (elevato) o R4 (molto elevato, con divieto di nuove volumetrie private salvo opere di interesse pubblico). Se la relazione Technital confermerà la soglia più alta, il vincolo scarterà ogni residua lottizzazione e impone vasche di laminazione a chiunque vorrà intervenire. Intanto il comune corre: i progetti vanno caricati sulla piattaforma ReNDIS per non perdere i fondi regionali, e i cittadini aspettano che la ex salina Collegio diventi davvero la "piscina" di sicurezza che Trapani chiede da decenni.
Sul piano politico, va registrata anche la presa di posizione del Partito Democratico, che rivendica il lavoro svolto negli ultimi anni per portare la questione idrogeologica all’attenzione di Regione e Governo nazionale. “Oggi, grazie all’impegno dell’Amministrazione Tranchida e, in particolare, del nostro assessore Pd Giuseppe Pellegrino, si affrontano finalmente le gravi criticità idrauliche che come partito abbiamo più volte denunciato, anche in Assemblea Regionale per il tramite di Dario Safina” spiegano i dem, ricordando che in Consiglio le consigliere Marzia Patti e Giulia Passalacqua hanno chiesto a più riprese “un serio intervento della Regione, perché le alluvioni non dipendono dalla mancata pulizia delle caditoie: ridurre la faccenda a quel tema significa non capire il problema e giocare con la vita dei cittadini”.
"Nell’incontro di Palermo - sottolinea ancora il Pd - è stato ribadito che il nodo non è fognario ma legato ai cambiamenti climatici e all’impossibilità di gestire le bombe d’acqua con infrastrutture ormai obsolete". Da qui la definizione di un percorso amministrativo che consenta di accedere ai finanziamenti per la messa in sicurezza e di un iter tecnico che porti alla valutazione definitiva dell’Autorità di Bacino, diretta da Leonardo Santoro. “Il Partito Democratico lavora da anni per mettere in campo soluzioni e reperire gli ingenti fondi necessari a evitare nuove catastrofi” concludono i rappresentanti dem, indicando il vincolo R4 e le vasche di laminazione come primo passo verso una risposta strutturale, non più rinviabile, al rischio idrogeologico di Trapani.