Il processo noto come “Concorsopoli” non è iniziato oggi, giovedì 16 maggio 2025, ma è stato rinviato al 16 ottobre. A sette anni dall’apertura delle indagini, il procedimento è ancora fermo al punto di partenza, alimentando la frustrazione degli imputati, molti dei quali sospesi dal lavoro e in attesa da anni di un giudizio che possa restituire loro dignità e futuro.
Le accuse e gli imputati
L’inchiesta era stata condotta dai Carabinieri nel marzo 2021 su presunti favoritismi e illeciti nei concorsi pubblici per l’accesso alla Polizia di Stato, Vigili del Fuoco e Polizia Penitenziaria. Secondo la Procura, alcuni candidati avrebbero ottenuto vantaggi indebiti grazie alla complicità di membri interni, in grado di pilotare risultati e procedure.
Tra gli imputati ci sono militari e civili, in gran parte provenienti dalla provincia di Trapani. Sono 22 le persone rinviate a giudizio, tra cui Giuseppe Pipitone (ritenuto una figura chiave), Vincenzo Faraci, Francesco Ventura, Silvia Pisciotta, Giacomo Rizzotto e altri.
Le intercettazioni escluse
Un passaggio decisivo nella fase preliminare è stata la decisione del GUP di dichiarare inutilizzabili le intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate tra il 23 giugno 2019 e il 9 agosto 2021, accogliendo i rilievi dei legali della difesa. Un duro colpo per l’impianto accusatorio, che adesso dovrà fondarsi su altro materiale probatorio.
Un’attesa che pesa
Il processo Concorsopoli rappresenta uno dei casi più controversi e discussi degli ultimi anni nel territorio trapanese. Ma a far rumore oggi non sono tanto le accuse, quanto la lentezza della giustizia, che tiene in sospeso le vite di decine di persone da diverso tempo
“Siamo sospesi dal lavoro, additati, ma senza possibilità di difenderci in aula. Vogliamo solo che il processo inizi davvero”, racconta uno degli imputati.
Due degli indagati, Fabio Fogetti e Andrea Nevi, hanno visto le loro posizioni archiviate con sentenza del Gup Caruso.