Su Robinson, l’inserto di Repubblica dedicato ai libri, se ne parla da qualche settimana. È la «resistenza silenziosa dei gruppi di lettura», quella spinta controcorrente, o desiderio imprevisto, di trovarsi insieme – fisicamente insieme – a parlare di un libro che si è appena letto.
Del resto stare insieme, nel 2025, suona come un’abitudine superata. Specie al sud dalle nostre parti, dove la disgregazione è ormai cronica e gli spazi di incontro si assottigliano. Stare insieme per parlare di libri, poi, sembra quasi un’utopia.
Basterebbe incrociare due-tre dati: quelli sul numero dei lettori nel Mezzogiorno, quelli sugli spazi culturali, e infine quelli – scoraggianti – sui gruppi di lettura, che al Sud faticano a trovare terreno fertile. Basterebbe, o forse non serve proprio: perché, in fondo, ci guardiamo attorno ogni giorno.
In questo senso, Selibrum è un piccolo miracolo. Un gruppo di lettura nato a Castelvetrano da un’idea di due appassionate lettrici, Giovanna Luppino e Daniela Sciabbarrasi, e che oggi conta una ventina di partecipanti – lontani e vicini. Ci sono dentro donne, uomini, persone di età diverse e con vissuti distanti che una volta al mese si ritrovano, seduti in cerchio, in una stanzetta al primo piano in pieno centro storico, al Sistema delle Piazze.
Lo spazio degli incontri è offerto da Daniela, che oltre a essere una delle fondatrici, gestisce anche uno degli unici quattro negozi Mondadori della provincia di Trapani. Un’attività commerciale, certo. Ma che, in un contesto come quello di Castelvetrano, si trasforma in un presidio di cultura da proteggere e da sostenere, sia anche soltanto varcandone la soglia.
Gli incontri di Selibrum si svolgono una volta al mese, in una data scelta tramite sondaggio. Lo stesso vale per i libri da leggere, la cui votazione è “popolare”: ogni mese, tre dei partecipanti presentano una proposta di lettura, con tanto di trama, storia dell’autore e ragioni per leggerlo. Il titolo viene poi scelto per alzata di mano, in presenza, con il coinvolgimento – via WhatsApp – di chi, per quella volta, non può esserci.
Poi si discute. Si discute del libro appena terminato, e delle impressioni di ognuno. Ci si scambia opinioni, e più di questo: è un confronto di visioni, dei diversi spiriti di ricerca. Perché, nel dialogo, è facile accorgersi che ognuno cerca nei libri qualcosa di diverso, e questa varietà – come accade con i modi di cercare senso nella vita –messa a confronto, allarga inevitabilmente lo sguardo di tutti; arricchisce.
Lo dimostra anche uno studio, che verrà presentato al Salone del Libro di Torino, coordinato da Chiara Faggiolani, docente di Biblioteconomia alla Sapienza. Nei 120 gruppi di lettura italiani presi in analisi, il 95% dei partecipanti ha riconosciuto che la lettura condivisa ha effetti benefici sulla vita privata, proprio grazie allo scambio umano che ne deriva.
«Conoscevo già il Club del libro a Palermo» spiega, durante il primo incontro di Selibrum, Giovanna Luppino. «Ma cercando nella provincia di Trapani non ho trovato niente di simile a un gruppo di letture». Da qui l’idea, messa in pratica insieme a Daniela Sciabbarrasi, con tutto l’entusiasmo delle grandi sfide. Perché, in fin dei conti, di una grande sfida si tratta: se, come scrive Robinson, il gruppo di lettura è per sua natura un atto di resistenza, pensiamo a quanta spinta controcorrente serve per fondarne uno in una provincia sgangherata come la nostra, e in questo sud, tradizionalmente restìo – salvo poche eccezioni – alle iniziative culturali.
In un paese dove si legge sempre meno, e in cui si è sempre più soli, gruppi come Selibrum sono un esperimento di comunità. Piccoli germogli di futuro – nella speranza, ostinata, che attecchiscano e si moltiplichino.
Per informazioni sulle letture, o per prendere parte alle iniziative di Selibrum, c’è una pagina Instagram dedicata: Selibrum Bookclub Castelvetrano. Il libro scelto questo mese è Locus Desperatus di Michele Mari.