Dimissioni di Croce, bufera politica: "È solo un capro espiatorio. Schifani venga a riferire in Aula"
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Le dimissioni di Ferdinando Croce da direttore generale dell’Asp di Trapani, non placano le polemiche. Anzi, aprono un nuovo fronte politico e istituzionale. Dopo il voto unanime della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria – che ne ha decretato la decadenza – Croce ha anticipato tutti rassegnando le dimissioni, rinunciando così a ogni ipotesi di ricorso per non essere espunto dall’elenco degli idonei alla direzione generale delle Asp siciliane.
Ma intorno a questa uscita di scena si addensano ora pesanti accuse e richieste di chiarimento, rivolte direttamente alla Regione e al governo Schifani.
A rompere il silenzio, con toni accesi, è Ismaele La Vardera, deputato regionale e leader di Controcorrente: “Croce è stato un capro espiatorio per coprire le colpe dell’assessorato alla Salute, di Iacolino e dell’allora assessora Volo. Durante l’audizione, ha prodotto documentazione che dimostra come già a luglio 2024 avesse segnalato il caos degli esami istologici, scrivendo all’assessorato e a tutte le Asp della Sicilia. Aveva chiesto aiuto, aveva chiesto di poter ricorrere a risorse esterne, ma nessuno ha risposto. Oggi mi trovo a doverlo difendere, nonostante abbia sempre criticato la sua nomina”.
Un'accusa netta, che investe l’intera catena di comando della sanità siciliana e che trova eco nel Movimento 5 Stelle.
Il capogruppo all’Ars, Antonio De Luca, sottolinea:“Le dimissioni di Croce erano inevitabili, ma non risolvono nulla. È evidente che il governo ha addossato a lui tutte le responsabilità, mentre restano molte zone d’ombra nella gestione sanitaria che Croce ha denunciato. Per questo chiediamo da tempo una seduta d’Aula all’Ars, con la presenza del presidente Schifani e dell’assessora Faraoni. Il governo continua a fare orecchie da mercante, ma è tempo di assumersi le responsabilità”.
Il Partito Democratico si unisce al coro, mettendo nel mirino Palazzo d’Orleans.
Dario Safina, Giovanni Burtone e Michele Catanzaro affermano: “Le dimissioni di Croce sono solo un passaggio in una crisi sanitaria che continua a colpire la Sicilia. La relazione ispettiva ha messo nero su bianco ritardi inaccettabili e una gestione inefficiente. Croce ha le sue colpe, ma non è l’unico responsabile. Il vero fallimento è politico, e ha un nome: Renato Schifani”.
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