Giovedì 29 maggio. È la data cerchiata in rosso per il futuro del Brescia, ma indirettamente anche per quello del Trapani Calcio, coinvolto nella stessa vicenda e ormai entrato nella procedura d’urgenza della giustizia sportiva. Per entrambi i club, la contestazione è la medesima: l’utilizzo di crediti d’imposta risultati inesistenti, forniti dal famigerato Gruppo Alfieri SPV Srl, riconducibile al 25enne irpino Gianluca Alfieri, oggi irreperibile.
L’udienza del 29 maggio presso il Tribunale Federale Nazionale, con rito direttissimo, rappresenterà il primo grado del processo sportivo. La sentenza, attesa già entro il giorno stesso, potrebbe essere decisiva o preludere a un secondo grado da celebrarsi entro una settimana.
La situazione del Trapani: due scadenze, due sanzioni
Secondo quanto riportato oggi da La Gazzetta dello Sport, i mancati versamenti Irpef e Inps contestati riguardano due date precise:
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17 febbraio, per la quale la penalizzazione – quattro punti – riguarda l’attuale stagione (e risulta ininfluente per il Trapani Calcio, fuori dai playoff);
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16 aprile, che produrrà invece effetti sulla prossima stagione (2025-2026), con un’ulteriore penalizzazione di quattro punti già preannunciata.
Lo stesso meccanismo ha già prodotto una sanzione identica nel basket, dove i Trapani Shark sono stati penalizzati di quattro punti per non aver versato contributi nei mesi di gennaio e febbraio. La sanzione, come noto, verrà scontata nel prossimo campionato di Serie A1.
Ma quella sportiva non è l’unica preoccupazione. Secondo alcuni quotidiani anche per il Trapani si profila una pesante sanzione economica da parte dell’Agenzia delle Entrate, che potrebbe superare il milione di euro, proprio come per il Brescia.
La linea difensiva: “siamo vittime di truffa”
La strategia legale di Massimo Cellino, patron del Brescia, è la stessa già adottata e annunciata da Valerio Antonini: ammettere l’utilizzo dei crediti, ma scaricare la responsabilità sulla truffa subita da parte del Gruppo Alfieri. Il Brescia ha presentato alla Procura FIGC una memoria difensiva in cui si dichiara parte lesa, truffato da un sistema di falsi crediti che – sostiene – sarebbe parte di una maxi frode da 600 milioni di euro ai danni dell’Unione Europea.
Una ricostruzione che però non ha convinto la Procura, che ha proceduto al deferimento sia per il Brescia che per il Trapani. E oggi si scopre un dettaglio pesante: l’Agenzia delle Entrate avrebbe avvisato già a marzo con un avviso di accertamento. Avviso che – è il sospetto – potrebbe non essere stato preso sul serio o del tutto ignorato. Solo a maggio, trascorsi i termini per replicare, è arrivata la notifica definitiva dell’inesistenza dei crediti.
Una giustizia sportiva “veloce e chirurgica”
La FIGC, intanto, corre. Lo fa perché la situazione in Serie B è delicatissima: la classifica va riscritta, i playout devono essere rigiocati (o annullati), e la Salernitana ha già presentato un ricorso – poi rigettato – per difendere la propria posizione. Si lavora per far disputare lo spareggio nei primi giorni di giugno. E Trapani osserva con attenzione, perché lo stesso meccanismo di procedura accelerata verrà applicato anche in Serie C, con implicazioni potenzialmente più ampie per la prossima stagione