Ponte sullo Stretto. Perchè il Colle ha stoppato Salvini. E il Governo taglia i fondi per le strade
Il Ponte sullo Stretto di Messina non è ancora stato costruito (e ci sono molti dubbi che si farà), ma è già motivo di scontro istituzionale. Un'opera che Salvini spinge parecchio, anche a costo di bypassare alcuni controlli. La Presidenza della Repubblica, però, ha stoppato sul nascere il tentativo di spuntare le armi dei controlli antimafia.
Lo scontro di questi giorni è tra il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al centro della contesa c’è una norma contenuta nel decreto legge infrastrutture, approvato lunedì 20 maggio dal Consiglio dei ministri, che assegnava al Ministero dell’Interno il controllo esclusivo degli appalti del Ponte.
La norma è però scomparsa dal testo pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il motivo? Non era stata approvata dal Cdm ed è stata successivamente stralciata dopo un confronto tra Quirinale e Palazzo Chigi. Secondo la Presidenza della Repubblica, le procedure speciali previste “non sono affatto più severe” di quelle ordinarie già in vigore, e anzi consentono deroghe al Codice antimafia.
La norma “spuntata” all’ultimo L’articolo in questione, annunciato da Salvini e Piantedosi, prevedeva che i controlli antimafia fossero gestiti da una struttura speciale del Viminale diretta dal prefetto Paolo Canaparo.
Una procedura già vista in altri casi come Expo, Olimpiadi e la ricostruzione del Ponte Morandi, ma che per il Colle non sarebbe adeguata a garantire maggiore trasparenza rispetto alla normativa ordinaria.
Lo stop del Quirinale: “Non si possono indebolire i controlli” Secondo quanto spiegato dal Colle, la norma inserita all’ultimo minuto non era nel testo preventivamente trasmesso e introduceva una procedura “speciale” che non è affatto più severa, anzi, permette deroghe a norme del Codice antimafia.
Si tratta della stessa procedura adottata solo in casi straordinari – come le Olimpiadi o la ricostruzione post-sisma – e che non è adatta per un’opera ordinaria, pur se strategica.
“L’interpretazione che si voleva dare alla norma – spiega il Quirinale – avrebbe finito per indebolire i controlli, autorizzando a derogare a norme che per opere ordinarie, come il Ponte, sono invece pienamente applicabili”.
In sostanza, il Colle ha voluto ribadire la piena validità e severità delle leggi già in vigore, che prevedono rigorosi controlli antimafia per tutte le opere pubbliche strategiche. E ha ritenuto inaccettabile sostituirle con una norma che centralizzava tutto al Viminale, aggirando i consueti meccanismi di trasparenza e vigilanza.
Salvini: “Non penso che il Quirinale sia contro gli antimafia” Nonostante lo stop del Quirinale, la Lega non molla. Salvini ha annunciato che è già pronto un emendamento da presentare in Parlamento per reintrodurre la norma. “Penso e spero che nessuno si opponga a inserire più controlli possibili contro le infiltrazioni mafiose. Non penso che il Quirinale sia contro gli organismi antimafia”, ha dichiarato il vicepremier.
Un’osservazione che molti, soprattutto dall’opposizione, leggono come una sfida istituzionale. Il Pd parla di “nervosismo e sgrammaticatura istituzionale”, mentre Giuseppe Conte sostiene che “Salvini ha avuto un chiarimento che lo dovrebbe zittire almeno per qualche giorno”.
Fonti della maggioranza fanno sapere che si lavora a una soluzione condivisa, “ricalcando esperienze efficaci come quelle dell’Expo, delle Olimpiadi o della ricostruzione post-sisma”, e che lo spirito è quello della “massima collaborazione istituzionale”.
Il paradosso siciliano: si tagliano le strade, si finanzia il Ponte Mentre a Roma si discute su procedure e norme, in Sicilia i fondi per la viabilità vengono tagliati. A denunciarlo è Salvatore Quinci, nuovo presidente del Libero Consorzio Comunale di Trapani, che accusa il Governo di aver ridotto del 70% le risorse per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali del Trapanese nel biennio 2025–2026: da 4,4 a 1,3 milioni di euro.
“Un colpo durissimo per un ente che gestisce centinaia di chilometri di viabilità e già opera in condizioni limite. Una vera e propria emorragia che compromette concretamente la sicurezza stradale, la mobilità dei cittadini e la tenuta delle aree interne”.
Nella sua nota Quinci evidenzia la contraddizione:
“È difficile pensare a nuove grandi infrastrutture quando mancano i fondi essenziali per garantire la manutenzione delle strade provinciali. È una questione di coerenza, ancor prima che di politica”.
Il WWF: “Parere ambientale rilasciato senza le analisi richieste” Nel frattempo, anche sul piano ambientale emergono forti criticità. Secondo il WWF, la Commissione VIA VAS – che ha espresso parere positivo sul progetto del Ponte – lo ha fatto senza attendere le analisi ambientali e naturalistiche da lei stessa richieste.
L’associazione denuncia che la Commissione ha prescritto aggiornamenti fondamentali per la fase “ante operam”, come: un anno intero di monitoraggi su habitat terrestri, marini e zone umide, analisi più approfondite sulla migrazione delle specie, studi su plancton, pesci e cetacei.
Tutti elementi ancora incompleti o non avviati, ma nonostante ciò è stato dato il via libera, subordinandolo a una procedura autorizzativa in deroga detta “di terzo livello”, che richiede la dimostrazione dell’assenza di alternative e la presenza di motivi imperativi di interesse pubblico.
“La Commissione – accusa il WWF – si è accontentata delle dichiarazioni del Governo, ha ignorato le proprie richieste di analisi integrative e ha accettato un piano di compensazioni senza dati sufficienti. Il Ministero dell’Ambiente ha così perso il suo ruolo di terzietà”.
Secondo il WWF, questo atteggiamento risponde a un mandato politico, e rappresenta un grave precedente sul piano del rispetto delle norme comunitarie sulla tutela ambientale.
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