Bagni pubblici aperti ma inagibili, vasca invasa dalla melma e lavori di decoro realizzati solo all’ultimo minuto. È polemica sulla gestione della Villa Margherita a Trapani, esplosa in Consiglio comunale a seguito dell’interrogazione presentata dalla consigliera di Fratelli d’Italia, Grazia Spada, dopo il Trapani Comix. Un evento che ha richiamato migliaia di persone nel parco botanico simbolo della città, ma che, secondo la consigliera, ha messo in luce il degrado strutturale e igienico dell’area.
«La Villa Margherita – ha detto Spada durante la seduta consiliare – è l’unico polmone verde rimasto in città, un luogo magico che dovrebbe essere curato e tutelato. E invece abbiamo trovato servizi igienici in condizioni igienico-sanitarie imbarazzanti, lasciati aperti al pubblico, giochi malconci, rifiuti accatastati, voliere sporche e dimenticate». La consigliera ha anche chiesto conto delle spese effettuate e degli interventi programmati per il futuro, sottolineando come il problema non riguardi solo il Trapani Comix, ma una gestione costante e carente: «Da anni la Villa Margherita non riceve l’attenzione che merita».

La risposta dell’assessore Emanuele Barbara non si è fatta attendere, né è stata tenera: «Contesto dalla prima all’ultima parola quanto dichiarato dalla consigliera. I bagni funzionavano. Sabato 24 maggio, metà dei servizi igienici erano agibili e in ordine. Se uno di quelli chiusi è rimasto aperto per qualche ora, è stato per un errore materiale. Siamo intervenuti immediatamente. La metà dei bagni è perfettamente funzionante, gli altri saranno riparati a breve, appena smontato il Comix».
Secondo Barbara, il Comune ha speso solo 850 euro più Iva per ripristinare i bagni funzionanti. Ma dietro le polemiche si celerebbe un problema più ampio e duraturo: alcuni impiegati comunali, secondo quanto trapelato informalmente durante l’evento, non avrebbero denunciato tempestivamente i danni subiti dai bagni pubblici alla compagnia assicurativa, bloccando per oltre un anno e mezzo il processo di risarcimento. Una dimenticanza che avrebbe rallentato gli interventi e lasciato la villa priva di servizi igienici funzionanti per lunghi mesi.
L’assessore ha anche contestato la narrazione online: «È stato pubblicato un post falso sui social, poi rimosso dopo 19 minuti perché conteneva notizie errate. Su questo ho grande stima della consigliera Spada, ma mi stupisce che si sia prestata a un simile abbaglio». Ma la consigliera ha replicato con fermezza: «Non si deve permettere di darmi della falsa. I bagni erano aperti e in quelle condizioni. Lo hanno visto tutti. Mio marito ha portato nostro figlio in bagno e si è trovato davanti uno scenario inaccettabile».
Sullo sfondo, un altro tema emerso anche da più fonti: la manutenzione della Villa sarebbe stata accelerata solo nei tre giorni precedenti all’inizio dell’evento, a villa chiusa. «Il laghetto – ha ammesso l’assessore– è stato svuotato e ripulito proprio in quei giorni, e siamo in fase di affidamento dei lavori per i macchinari rotti». Quanto alla manutenzione del verde, Barbara ha risposto che «oggi le aiuole sono in ordine al 90%, le siepi sono state potate, e la villa verrà riaperta in piena decenza».
Nei giorni addietro, anche il Comitato per la difesa dei diritti dei cittadini ha criticato l’uso esclusivo dell’area per “un evento privato a scopo commerciale” come il Comix. «La Villa è stata chiusa al pubblico per 9 giorni, con conseguente limitazione del diritto dei cittadini a fruire di uno spazio pubblico fondamentale – si legge nella lettera –. È possibile che non si sia trovato un luogo più adatto?».

Il Comitato indica come alternative il piazzale Ilio o l’autoparco comunale, usato per altri eventi fieristici. E conclude: «La Villa Margherita non è il posto adatto. Non è corretto escludere i cittadini da un luogo pubblico per fare spazio a un evento privato con finalità economiche».
Il dibattito si è chiuso con toni accesi. L’assessore ha assicurato che gli interventi continueranno nei prossimi giorni, coinvolgendo pure le altre ville comunali. Ma per molti resta il dubbio che il decoro urbano non possa essere garantito solo a intermittenza, né in base ai calendari degli eventi.