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29/05/2025 17:20:00

Elettrodotto Italia-Tunisia, l’allarme di Italia Nostra: “Massimo rigore per la Sicilia, tra archeologia e natura”

 Italia Nostra lancia un accorato appello alle istituzioni, chiedendo “massima attenzione e massimo rigore” nel processo di realizzazione e verifica del progetto di interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia promosso da Terna. Le preoccupazioni riguardano i potenziali impatti dell’opera sulle aree di grande valore ambientale e storico-culturale della Sicilia.

Il progetto prevede la realizzazione di un collegamento in corrente continua a 500 kV con potenza pari a 600 MW6. La Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali della Regione Siciliana ha rilasciato un parere positivo di Valutazione di Incidenza Ambientale, anche se subordinato a specifiche prescrizioni ambientali.

 

Come è noto, Terna ha individuato Marinella di Selinunte come punto di approdo dell’elettrodotto, in prossimità della riserva naturalistica della foce del Belice. Mentre i cavi di collegamento con la stazione di conversione saranno posizionati lungo la via Cavallaro fino a contrada Bigini, nel territorio di Partanna.

Tra le prescrizioni dalla Commissione c’è l’obbligo per Terna di predisporre un piano di monitoraggio idoneo. Questo monitoraggio, inizialmente previsto per l’ambiente marino, dovrà essere esteso anche alla porzione dell’arenile compreso tra il porticciolo di Marinella di Selinunte e le spiagge vicine al punto di approdo, in modo da salvaguardare la possibile nidificazione delle tartarughe Caretta caretta, ponendo specifiche protezioni in caso di avvistamenti.

 

Sul progetto, Italia Nostra ha rilevato diverse criticità:

 

Stazione di conversione in Contrada Bigini.

Sebbene situata in un’area agricola, il luogo è ad “alta densità di reperti archeologici”, come la vasca selinuntina, il castello di Bigini, le tombe a grotticella dell’età del bronzo e l’acquedotto del '600. Realizzare l’impianto proprio lì modificherebbe profondamente il paesaggio, anche per l’effetto indotto sui terreni circostanti, che diventerebbero appetibili per gli operatori delle energie rinnovabili.

 

Approdo e monitoraggio Caretta caretta.

Nonostante la prescrizione del monitoraggio, “non è chiaro come sarà realizzato questo compito da Terna”. Perfino la stessa Commissione considera “generico” quanto previsto dalla società proponente.

 

Incidenza sul sistema dunale.

Italia Nostra contesta l’affermazione di Terna e della Commissione secondo cui il “Sistema dunale Capo Granitola, Porto Palo e Foce del Belice”  non subirebbe interferenze dirette dall’opera,  perché in realtà non ci sarebbe “soluzione di continuità nel sistema" e dunque l’interferenza diretta sarebbe invece evidente. “opinabile” poi, secondo l’associazione, l’affermazione che la tecnica di trivellazione orizzontale non rechi disturbo al sito.

 

Archeologia di Selinunte

Le opere relative all’approdo ricadono “all’interno della area di pertinenza dell’antica città di Selinunte.  Vuol dire che la presenza di reperti importanti potrebbe essere probabile, se non certa”. E’ per questo motivo che la Soprintendenza di Trapani ha condizionato il suo parere favorevole alla conduzione di indagini archeologiche sotto la propria direzione.

 

Considerata “l’estrema delicatezza del territorio” e i possibili rischi per il patrimonio archeologico, Italia Nostra, con la lettera firmata dall’ing. Pietro Di Gregorio (responsabile del presidio di Castelvetrano), dal prof. Antonio Pellegrino (presidente della sezione di Trapani) e dal prof. Leandro Janni (presidente del Consiglio Regionale Siciliano), rinnova la richiesta che il processo di realizzazione e verifica dell’opera sia condotto con la massima attenzione e il massimo rigore.