Non è un paese per giovani, la provincia di Trapani. Un territorio che offre poche opportunità e servizi insufficienti. E’ quanto emerge dall’ultima indagine sulla qualità della vita realizzata da Il Sole 24 Ore, basata su dati Istat e altre fonti certificate. Trapani è penultima in Italia per il benessere dei bambini e 63esima su 107 province per la fascia d’età tra i 18 e i 35 anni.
La classifica misura il livello di qualità della vita per generazioni, con tre indici distinti per bambini, giovani e anziani. Quasi tutte le province del Sud occupano stabilmente il fondo delle graduatorie, e Trapani non fa eccezione. Nonostante timidi segnali positivi, il divario con il resto d’Italia resta profondo.
Bambini: pochi servizi, scarsi risultati scolastici e più reati
La situazione dei più piccoli è particolarmente grave. Trapani si piazza 106esima su 107 province per qualità della vita dei bambini. A incidere sono soprattutto l'assenza di servizi essenziali, i costi sproporzionati rispetto al reddito e i livelli preoccupanti di disagio sociale.

Nel dettaglio, Trapani è:
- 103esima per presenza di verde attrezzato nel capoluogo: ci sono pochissimi spazi pubblici pensati per i bambini.
- 101esima per competenze scolastiche: i risultati in italiano e matematica degli alunni sono tra i peggiori del Paese.
- 104esima per numero di edifici scolastici dotati di mensa, e ultima in Italia per incidenza della retta della mensa sul reddito: in rapporto al tenore di vita, mangiare a scuola costa di più che in qualsiasi altra provincia.
- 91esima per spesa sociale destinata a famiglie e minori, segno che l’investimento pubblico per i più piccoli è ancora insufficiente.
- 74esima per numero di pediatri attivi, un dato che solleva interrogativi sull’accesso alle cure sanitarie di base.
- 98esima per indice sportivo legato ai bambini: pochi praticanti, strutture carenti e risultati scarsi.
- E infine, 103esima per delitti denunciati a danno di minori: 58 ogni 10.000 bambini. Un dato che racconta anche una dimensione di vulnerabilità e rischio.
Unico dato moderatamente positivo riguarda i progetti PNRR per l’istruzione, dove la provincia è 45esima: un piccolo segnale che, se valorizzato, potrebbe aiutare a migliorare la situazione nei prossimi anni.

Giovani: disoccupazione, precarietà e pochissimi stimoli
Anche la condizione dei giovani non è rosea. Trapani si colloca al 63° posto per qualità della vita degli under 35. Se da un lato i costi della vita sono bassi, dall’altro mancano stabilità, istruzione, occasioni culturali e opportunità di crescita.

Tra i dati più preoccupanti:
- 86esima per disoccupazione giovanile: trovare lavoro è difficile.
- 100esima per trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato: prevalgono precarietà e rapporti a termine.
- 87esima per presenza di laureati nella fascia 25-39 anni (appena il 22,6%).
- 98esima per spettacoli locali e 93esima per concerti: un segno di scarsissima offerta culturale e ricreativa.
- 77esima per aree sportive a disposizione nel capoluogo, anche qui sotto la media nazionale.
- 68esima per incidenti stradali notturni, dato che evidenzia fragilità anche sul piano della sicurezza.
Eppure non mancano alcuni dati positivi:
- Trapani è la seconda provincia in Italia per il basso costo degli affitti per i giovani, un elemento che potrebbe favorire l’autonomia abitativa.
- Sesta per quoziente di nuzialità (3,7 matrimoni ogni 1.000 abitanti): un segnale di fiducia nelle relazioni e nella stabilità.
- Undicesima per età media al parto (31,9 anni), un dato in linea con le tendenze europee che vede la provincia fra le prime in Italia.

Il PNRR doveva cambiare tutto. Ma resta tutto fermo
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza avrebbe dovuto rappresentare una svolta per i territori più fragili come Trapani. Le risorse europee dovevano servire soprattutto a potenziare i servizi per le fasce deboli, come bambini, famiglie e giovani. E invece, tutto sembra ancora farraginoso.
Le scuole restano prive di mense, i quartieri mancano di spazi verdi, lo sport è poco praticato, l’offerta culturale è scarsa, la disoccupazione resta alta e le occasioni di crescita personale e professionale sono poche.
La provincia di Trapani non è un paese per giovani e bambini. Ma non lo è neanche per “vecchi”, come vedremo domani.