Dopo il tragico femminicidio di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato, arriva un accorato appello da parte dei deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Cristina Ciminnisi e Luigi Sunseri: «L’Ars tiri fuori dai cassetti il nostro ddl sull’educazione sentimentale e affettiva consapevole e sessuale nelle scuole. Facciamo qualcosa di concreto per prevenire la scia di femminicidi che, purtroppo, sembra inarrestabile».
I due parlamentari siciliani sottolineano come il disegno di legge, depositato da quasi due mesi, sia ancora fermo nei cassetti dell’Assemblea Regionale Siciliana. Un testo che propone interventi strutturali per prevenire la violenza di genere, partendo dalle scuole e dalla formazione.
«Il nostro ddl – spiegano Ciminnisi e Sunseri – mira a costruire una cultura del rispetto e dell’empatia, con percorsi di educazione affettiva, sentimentale e sessuale nelle scuole siciliane, l’attivazione di sportelli psicologici negli atenei e una formazione continua rivolta a docenti, forze dell’ordine e operatori sanitari. È ora di agire, non possiamo più permetterci l’indifferenza. Apriamo quel cassetto, facciamolo per Martina e per tutte le vite che possiamo ancora salvare».
I deputati puntano il dito contro l’inerzia istituzionale, ribadendo che non può esistere vera sicurezza senza educazione: «Il nostro disegno di legge nasce con l’ambizione di ricostruire una grammatica delle relazioni, fin dall’infanzia e lungo tutto l’arco della vita. È lì che si annida la radice della violenza: nella cultura, nei modelli comportamentali, nella rimozione delle emozioni».
Il ddl si ispira a modelli già sperimentati con successo in altre regioni italiane e in Europa, come il progetto “W l’amore” in Emilia-Romagna, “Affettivamente” in Toscana e il programma olandese “Long Live Love”, considerato tra i più efficaci a livello internazionale.
«Con questa legge – concludono Ciminnisi e Sunseri – la Sicilia potrebbe diventare la prima regione in Italia a dotarsi di una normativa organica, strutturata e innovativa sulla prevenzione della violenza di genere, ponendosi all’avanguardia su un tema drammaticamente attuale».
Cristina Ciminnisi ricorda infine come l’Ars avesse già approvato all’unanimità, quasi due anni fa, un suo ordine del giorno che prevedeva l’avvio di percorsi sperimentali di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole. «Anche quello – denuncia – è rimasto lettera morta. È il momento di trasformare le parole in azioni concrete».