Gentile Redazione,
mi rivolgo nuovamente a voi in merito alla questione, già sottoposta qualche giorno fa, relativa al disturbo della quiete pubblica causato dall’elevato volume della musica proveniente da alcuni locali situati nei pressi della Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone di Marsala, un’area di straordinaria bellezza naturalistica e culturale, riconosciuta come patrimonio di rilevanza internazionale. Desidero ringraziarvi per aver dato spazio alla mia precedente denuncia, pubblicandola sia sul vostro sito web che sulla vostra pagina Facebook. La vostra attenzione ha permesso di aprire un dibattito pubblico, come testimoniano i numerosi commenti dei lettori.
Dalle reazioni ricevute, emerge chiaramente una divisione tra due posizioni: da un lato, cittadini che condividono i disagi da me descritti, lamentando il disturbo arrecato non solo alle persone, ma anche alla fauna che popola questa preziosa riserva naturale; dall’altro, un gruppo di persone che, senza apertura al dialogo, difendono il proprio diritto di agire senza considerare le esigenze altrui. Tra questi ultimi, sospetto vi siano alcuni gestori di bar e chioschi, che spesso giustificano il volume eccessivo con l’argomentazione – tanto comune quanto discutibile – della tutela dei posti di lavoro, come se un volume più moderato potesse davvero compromettere l’economia locale.
Vorrei chiarire che la mia richiesta, e quella di molti altri residenti e visitatori, non è volta a imporre il silenzio assoluto, ma a promuovere un maggiore rispetto per chi vive o frequenta l’area. Chiediamo semplicemente un controllo più attento dei decibel emessi, facilmente misurabili tramite applicazioni gratuite disponibili su smartphone, al fine di garantire una convivenza civile. È inaccettabile che le pareti delle abitazioni vibrino a causa dei bassi sparati a tutto volume, rendendo impossibile conversare, guardare la televisione, riposare o dormire prima delle due di notte. Questo non è solo un disagio per i residenti, ma un danno per l’ecosistema della riserva, dove la fauna, come gli uccelli migratori che qui trovano rifugio, è particolarmente sensibile ai rumori intensi.
Inoltre, desidero proporre una riflessione sulla scelta della musica diffusa in un luogo unico come lo Stagnone, meta rinomata per i suoi tramonti mozzafiato, tra i più suggestivi al mondo. Non sarebbe più appropriato accompagnare questa esperienza con sonorità che valorizzino l’atmosfera naturale e contemplativa del luogo? Generi come chillout, ambient o new age, dai ritmi lenti e melodie morbide – come accade in destinazioni iconiche quali Ibiza, Santorini, Mykonos o Essaouira – sarebbero certamente più in armonia con l’esperienza che i visitatori cercano, rispetto al frastuono di musica elettronica o techno, più adatta a contesti festivi che a un’oasi naturalistica. Una scelta musicale più consona non solo migliorerebbe l’esperienza turistica, ma rafforzerebbe l’identità dello Stagnone come destinazione di turismo sostenibile e di qualità.
In conclusione, mi appello al vostro ruolo di voce autorevole per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali affinché si adottino misure concrete: controlli regolari dei livelli sonori, sanzioni per chi supera i limiti consentiti e un dialogo con i gestori dei locali per promuovere un’offerta musicale più rispettosa del contesto. Solo attraverso il rispetto reciproco e la collaborazione tra residenti, esercenti e visitatori potremo preservare il valore unico della Riserva dello Stagnone, garantendo a tutti di goderne appieno.
Confido nel vostro sostegno per continuare a dare visibilità a questa causa e vi ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti,
Franco