×
 
 
02/06/2025 06:00:00

Dario Safina: "La legge 194 va applicata anche in Sicilia: non è più una questione ideologica"

Dario Safina, deputato regionale del PD, martedì all’ARS è stata votata una norma a favore delle donne, di cui lei è stato il primo firmatario. Ce la vuole spiegare?

La norma è molto semplice. Siamo partiti dalla legge 194 del 1978, comunemente definita legge sull’aborto, che in realtà disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza, ma anche la tutela della donna attraverso i consultori e quindi il sostegno. Abbiamo approvato un ordine del giorno che prevede il potenziamento dei consultori.
Siamo partiti da un dato di fatto: in Sicilia, questa legge è di difficile applicazione perché la quasi totalità del personale sanitario è obiettore di coscienza. I dati del 2022 ci restituivano un quadro a tinte fosche: oltre l’80% dei ginecologi è obiettore, il 75% degli anestesisti e anche gran parte degli infermieri. E questa situazione è in peggioramento.
Abbiamo avviato un’indagine nelle ASP siciliane e, anche se i dati sono ancora parziali, emerge un ulteriore peggioramento rispetto al 2022. A Messina, ad esempio, non c’è più alcun medico non obiettore.
La legge 194 ha già ricevuto il sostegno degli italiani: nel 1981 si tenne un referendum per la sua abrogazione, che fu respinto da milioni di cittadini. Oggi non è più una questione ideologica: il diritto esiste, fa parte dei LEA – i Livelli Essenziali di Assistenza – che però non vengono rispettati.
Abbiamo quindi trovato un escamotage tecnico per far sì che questi livelli vengano garantiti nel più breve tempo possibile. L’idea è stata quella di prevedere Unità Operative funzionali, con personale non obiettore, nel rispetto della privacy delle pazienti e all’interno di un percorso protetto. Un meccanismo semplice per affermare che la legge 194 in Sicilia deve essere applicata come in tutte le altre regioni.

Come verranno assunti questi medici non obiettori?

Molto semplicemente: su questo punto abbiamo lasciato autonomia alle direzioni strategiche delle strutture sanitarie. Potranno procedere con mobilità, concorsi, o anche con convenzioni.
Chi vieta, ad esempio, che l’ospedale di Trapani stipuli una convenzione con il Civico di Palermo per garantire il servizio? L’importante è che si costituisca quell’Unità Operativa in grado di ridurre il fenomeno della migrazione sanitaria.
Attualmente, le donne di Messina – ma non solo – sono costrette ad andare a Palermo. Questo significa che l’accesso alla sanità dipende dal censo: non tutte possono permettersi di stare due o tre giorni fuori casa.

Onorevole Safina, parliamo della manovra bis: è arrivata all’ARS, ma non è stata ancora affrontata. La maggioranza che sostiene Schifani è in bilico e non sembra più così granitica. Cosa ne pensa?

In realtà, la maggioranza non è mai stata davvero granitica. Si vive un clima da fine legislatura, dove ognuno cerca di conquistare tutti gli spazi possibili.
Questa “manovrina” contiene alcune misure interessanti, altre decisamente sbagliate, ma nel complesso non è decisiva per il futuro della Sicilia.
Spero che vogliano ascoltare alcune delle proposte che abbiamo avanzato, in particolare in materia di agricoltura: penso al sostegno agli agricoltori che fanno parte del bacino irriguo della Diga Trinità e di quella di Caccamo. Mi auguro che non vogliano abbandonare un settore così produttivo.
Per il resto, nel centrodestra si continua con la solita logica: ogni deputato pretende spazi per interventi mirati sul proprio territorio.

Qui la video intervista completa al deputato Dario Safina.