Si è conclusa al Teatro Selinus la tre giorni dedicata a Giovanni Gentile, il filosofo siciliano nato proprio a Castelvetrano, tra riflessioni storiche, filosofiche e polemiche ancora vive a ottant’anni dalla sua uccisione. L’evento, promosso dal Comune con il patrocinio della Regione Siciliana e dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha visto la partecipazione di studiosi e intellettuali, coordinati da Francesco Saverio Calcara e Andrea Le Moli.
A catalizzare l’attenzione del pubblico è stato l’intervento dello scrittore e saggista Marcello Veneziani, che ha denunciato l’ostracismo culturale nei confronti di Gentile:
«Perché liberarsi da Giovanni Gentile? Perché per il “collettivo” era il padre da abbattere, quasi un rito obbligato eliminarlo anche fisicamente, per passare a una nuova lettura. Un patricidio che ancora oggi, a 80 anni di distanza, ancora perdura con l’ostracismo nei confronti di Gentile come filosofo del regime fascista, e questo è inaccettabile».
Al suo fianco, lo storico Ernesto Galli Della Loggia ha offerto una lettura politica dell’eliminazione di Gentile da parte dei GAP nel 1944:
«La sua uccisione fu un atto strategico del partito comunista – ha affermato – per esasperare lo scontro tra fascismo e antifascismo, in un momento in cui mancava una vera resistenza organizzata».
Sollecitato dal sindaco Giovanni Lentini, Veneziani ha escluso complotti esterni: «Non credo a una pista internazionale. L’idea dell’assassinio fu interamente italiana, figlia della cultura politico-intellettuale dell’epoca», ha dichiarato.
Il dibattito si è acceso anche sull’attualità del pensiero gentiliano. Veneziani ha evidenziato la necessità di riscoprire il valore del pensiero comunitario esposto in Genesi e struttura della società: «In tempi dominati dall’individualismo, la visione comunitaria di Gentile va ripresa. È un pensiero pratico che può ancora parlare al presente».
Divergente la posizione di Galli Della Loggia, per il quale non esisterebbe più «una tradizione praticabile» del pensiero gentiliano.
Tra i momenti simbolici dell’iniziativa, la scopertura di una lapide commemorativa al Liceo Classico “Giovanni Pantaleo”, dove Gentile compì i primi studi. All’interno dell’istituto è ancora custodita la sua pagella originale, testimonianza viva di un’intelligenza che ha segnato la storia del pensiero italiano del Novecento.