Non solo le basole già rotte, non solo le misteriose aiuole comparse e subito scomparse in occasione della parata dei Bersaglieri. Ora, un’altra polemica investe la nuova Piazza Mameli, la “Porta Garibaldi” di Marsala, voluta dal sindaco Massimo Grillo: le iscrizioni storiche incise su alcune basole della nuova pavimentazione sono sbagliate.
A denunciarlo è l’avvocato Ignazio A.E. Caruso, consigliere della Commissione Toponomastica di Marsala e presidente dell’Associazione per la Storia Patria, che ha scritto una lettera aperta al primo cittadino, segnalando gravi errori storici e linguistici nei testi incisi sulla pavimentazione della rinnovata piazza Mameli. «Mi sono rallegrato – scrive Caruso – nel vedere che la nuova sistemazione della piazza contiene iscrizioni lapidee con frasi elogiative di Lilibeo-Marsala. Ma ad una lettura attenta si riscontrano gravi imprecisioni: sia dal punto di vista linguistico che filologico».
Secondo Caruso, le frasi incise sarebbero attribuite in maniera errata a celebri autori dell’antichità. Uno dei casi più clamorosi riguarda la citazione attribuita a Diodoro Siculo, storico greco del I secolo a.C., che però non avrebbe mai scritto quella frase. Si tratterebbe, in realtà, di una sintesi scritta da Tommaso Fazello nel 1558 nella sua opera De Rebus Siculis, basata su testi di Diodoro e Macrobio.
Non va meglio con la citazione da Ovidio, tratta dalle Metamorfosi: la frase è incompleta, scrive Caruso, e così ne viene compromessa la comprensione.
Ancora più evidente, secondo il giurista e studioso, è l’errore nella frase attribuita a Cluverio, autore della Sicilia Antiqua (1619). L’iscrizione scolpita sulle basole recita: “Hodie in minis Lilybaei extructa extat urbs inter primas Siciliae celebris, vulgo Marsala”. Peccato che, come segnala Caruso, la frase corretta sia: “Hodie in ruinis eius... vulgo Marsalla dicta”. Una svista macroscopica che, oltre a falsare le fonti, espone la città al ridicolo, soprattutto davanti a studiosi e visitatori colti.
L’accusa principale, però, non riguarda solo il merito, ma anche il metodo: «Perché – si chiede Caruso – questa iniziativa non è stata sottoposta alla Commissione Toponomastica? Perché non si è seguito l’iter previsto dalle norme?».
L’auspicio, si legge in chiusura della lettera, è che in futuro ogni iniziativa storico-culturale venga «supportata da studi accurati, seri e scrupolosi», evitando che operazioni simboliche e importanti – come quella della riscoperta di piazza Mameli – si trasformino in figuracce. Anche perché, la storia di Marsala merita di essere rispettata.