Come diceva Italo Calvino, un libro può cambiare il destino di una persona.
E’ cio’ che accadde al liceale Gabriele Ferro 50 anni fa circa.
Galeotto fu un libro di medicina. Che, in un pomeriggio di primavera, gli regalò suo zio Mimmo, che medico era anche lui, e che, per la cronaca, e’ il padre dell’attuale sindaco Vito Scalisi.
Dopo la Maturità Classica al mitico liceo “F. D'Aguirre” di Salemi, l’iscrizione prima alla facoltà di medicina di Palermo con il conseguimento infine della laurea in Medicina e Chirurgia discutendo la tesi "Correzione chirurgica della miopia” con il prof. Francesco Ponte.
Da questo momento, la vita professionale del dottore Gabriele Ferro sarà contrassegnata da continui attestati e riconoscimenti. Scrivendo e pubblicando una ottantina di lavori. In sala operatoria registrerà un ininterrotto numero di eccellenti risultati.
Uno degli ultimi, di qualche settimana addietro, per l’innovativo metodo adottato, e’stato divulgato dalle maggiori agenzie giornalistiche, suscitando una vasta eco sulla stampa nazionale e internazionale e anche su quella scientifica.
Teatro dell’evento, non una struttura del nord Italia, ma “semplicemente” (si fa per dire) l’ARNAS (Azienda di Rilievo Nazionale di alta Specializzazione) Ospedale Civico di Palermo. Spesso noi siciliani amiamo piangerci addosso ignorando cio’ che abbiamo sottocasa a portata di mano.
Protagonista dell’impresa il dottor salemitano Gabriele Ferro che ha diretto una valorosa equipe di tecnici esperti in Chirurgia Vascolare.

E’ stato risolto brillantemente un caso piuttosto complesso di “Aneurisma dell’arco aortico ed aorta toracica discendente” in un paziente ad alto rischio chirurgico, adottando un trattamento chirurgico condotto esclusivamente per via endovascolare.
Cio’ e ‘ stato possibile, si legge in un comunicato aziendale, grazie al posizionamento di un’endoprotesi/devine di ultima generazione, il TBE (Thoracic Branch Endoprosthesis). Tecnica che ha consentito di procedere in un’unica soluzione, con un intervento a minor impatto di rischi intraoperatori, permettendo di “escludere” l’aneurisma toracico mediante l’utilizzo di questa endoprotesi toracica, dotata di una ramificazione realizzata appositamente per preservare la vascolarizzazione dell’arteria succlavia sinistra.
“Il paziente –ha precisato il primario Gabriele Ferro - era peraltro già stato operato più volte al cuore e, così, ha potuto beneficiare di un trattamento che ha ridotto di gran lunga il rischio intraoperatorio e lo stress post-operatorio, garantendo una dimissione al proprio domicilio in appena 3 giorni.
Questo trattamento è stato possibile adottarlo grazie al fatto che l’azienda ha dotato la chirurgia vascolare di questo moderno device, che in questo caso è risultato strategico per la particolare delicata condizione clinica del soggetto.
“Diversamente- ha spiegato il dottore Gabriele Ferro– avvalendosi di una protesi standard, si sarebbe dovuto procedere con un intervento tradizionale cd. di derivazione, ovvero eseguendo un by-pass carotido-succlavio e poi escludere l’arteria succlavia sinistra alla sua origine, aumentando considerevolmente l’invasività del trattamento, i suo rischi, nonché la durata del ricovero”. Il paziente- era peraltro già stato operato più volte al cuore e, così, ha potuto beneficiare di un trattamento che ha ridotto di gran lunga il rischio intraoperatorio e lo stress post-operatorio, garantendo una dimissione al proprio domicilio in appena 3 giorni».
Sono, questi, gli esempi di buona sanità in Sicilia di cui ci piace raccontare e che si dovrebbero emulare ed estendere sul territorio.
Questi eccellenti risultati si ottengono solo se si coniugano competenze professionali di alto livello con una visione innovativa e rivoluzionaria.
Quando vanno a braccetto abilità tecniche specifiche e prospettive lungimiranti, è possibile affrontare le sfide del futuro concretizzando le idee nuove, sempre nell’ottica di una oculata amministrazione.
Inoltre, non va sottovalutato il maggiore comfort di cui può godere il paziente potendo contare su un standard di sicurezza più elevato delle cure raggiungendo una contrazione di tempi e abbassando anche i costi di degenza.
L'intervento di cui abbiamo parlato è stato eseguito da un team di valenti chirurghi vascolari che citiamo tutti: Arduino Farina, Chiara Palermo, Fabrizio Valentino, Angelo Sanfiorenzo, coadiuvati in sala dagli infermieri Liliana Angela Critti, Alessia Provenzano, Claudio Mannina; mentre l’anestesia è stata condotta dal medico anestesista - rianimatore Maria Teresa Strano.
Il paziente, salvato grazie a questo innovativo intervento, era stato colpito da aneurisma dell’aorta. E’ stato dimesso dopo 3 giorni dall'operazione.
Franco Ciro Lo Re