×
 
 
09/06/2025 06:00:00

I dati: in ospedale per le malattie cardiovascolari. E chi vive al sud ... 

 Le principali cause di ospedalizzazioni in Italia sono rappresentate dalle malattie cardiovascolari, si contano circa 390.000 nuovi ricoveri all’anno, l’11% per infarto e l’8,5% per ictus. Negli ultimi vent’anni si è ridotta di molto la mortalità per malattie cardiovascolari ma il calo non è stato uniforme su tutto il territorio nazionale, le regioni del Sud registrano un divario rispetto a quelle del Nord, questo significa maggiori ricoveri e anche un tasso più alto di mortalità. A mettere a fuoco tutte le criticità è il rapporto del Gruppo di Lavoro su equità e salute nelle Regioni dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

Ricoveri
Il dato da cui si parte è quello degli uomini: il ricovero per infarto acuto del miocardio è sceso da 270,3 nel 2010 a 208,3 nel 2023 diminuendo di circa il 20%, nelle donne si è passati da un tasso pari a 109,2 nel 2010 a 71,5 nel 2023 (-34%).
In entrambi i sessi le Regioni del Sud presentano i tassi più alti soprattutto nell’ultimo periodo. Nel 2023 le popolazioni del Centro Italia presentano i tassi più bassi (TSI 200,20 e TSI 66,40 per uomini e donne), seguiti dalle Regioni del Nord (TSI 206,88 e TSI 68, 29), mentre considerando il Sud e Isole il tasso standardizzato è pari a 223,46 negli uomini e 78,29 nelle donne. Concentrandoci sul 2023 la Valle d’Aosta presenta il tasso standardizzato più alto sia per gli uomini sia per le donne; a seguire la Calabria e la Liguria per gli uomini, la Calabria, il Friuli Venezia Giulia e la Sicilia per le donne.
Per l’ictus si evidenziano tassi più alti nelle regione del Nord nell’ultimo periodo.

Mortalità
C’è una evidente e progressiva riduzione della mortalità per malattie del sistema circolatorio: si è passati da un tasso standardizzato pari a 903,70 ogni 100.000 abitanti nel 1980 ad uno pari a 266,28 nel 2021 con una riduzione del 70%, il tasso negli uomini è sceso da 1.099,90 a 316,59 e nelle donne da 783,82 a 228,65. Analizzando l’andamento nelle ripartizioni geografiche: nel Nord per gli uomini il tasso nel 1980 risultava più alto della media mentre nelle donne è sempre risultato inferiore alla media nazionale. Negli uomini del Sud i valori nel 1980 erano leggermente inferiori alla media mentre nel 2021 risultano superiori (362,17), mentre le donne del Meridione hanno sempre presentato un tasso di mortalità per malattie del sistema circolatorio superiore alla media.

Fuori regione per le cure
E’ il Sud ad avere una maggiore mobilità regionale per gli interventi cardiovascolari rispetto al Nord. Elevata ad esempio è la mobilità di Molise, Calabria e Basilicata.
Anche per gli interventi sulle valvole cardiache le regioni del Sud mostrano livelli di mobilità alti rispetto alla media nazionale.

Le proposte
Per ridurre le diseguaglianze nella prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari, si legge nel rapporto, “occorre migliorare l’alfabetizzazione sanitaria, a cominciare dall’età scolare. È dunque rilevante inserire contenuti relativi alla promozione della salute all’interno dei piani didattici delle scuole”. Occorre inoltre “promuovere programmi di promozione della salute, contrasto ai comportamenti a rischio, promozione e supporto al cambiamento verso comportamenti più salutari. In concomitanza con definizione di questi programmi di screening, occorre potenziare la comunicazione diretta al cittadino, favorendo un uso consapevole degli strumenti di prevenzione e cura a disposizione a sua disposizione. Occorre inoltre promuovere un approccio integrato che miri al contrasto delle disuguaglianze osservate in termini territoriali, con il prerequisito condiviso da tutti gli attori del Servizio Sanitari Nazionale ai diversi livelli organizzativo-istituzionali coinvolti, di mirare al miglioramento del sistema di diagnosi, presa in carico e cura, non solo sulla base della patologia ma anche tenendo appunto conto del concetto di equità”.