Ridevano, parlando di mozzarelle. In realtà sarebbero state mazzette. Sdrammatizzavano, parlando di “traffico di influenze”, ma la procura annota appalti truccati e milioni in ballo. “Noi non siamo tangentisti”, ma si calcola un giro di appalti truccati per 130 milioni di euro.
L’ultima inchiesta per corruzione scuote sempre di più il terremotato mondo della sanità siciliana.
La Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Palermo, ha fatto emergere un presunto sistema di potere fatto di pressioni, favori, incarichi decisi da pochi uomini che si muovevano nell’ombra della politica e della burocrazia regionale. Tra i nomi centrali dell’inchiesta, quello di “Ninni” Sciacchitano, considerato dagli inquirenti una figura chiave nella gestione di gare e nomine, in particolare nel settore della sanità pubblica.
Dopo “Sorella Sanità” e dopo lo scandalo dei referti istologici in ritardo all’Asp di Trapani, arriva ora un nuovo capitolo giudiziario, che coinvolge nuovamente appalti, incarichi e, secondo gli inquirenti, un sistema radicato di corruzione e traffico di influenze.
Le intercettazioni e il giro di mazzette
“Ma noi il nostro mestiere facciamo, non è che facciamo i tangentisti, è giusto?”, diceva in un’intercettazione Sciacchitano, ridendo insieme all’amico Nuccio Cino e all’imprenditore Alessandro Zanzi. Un modo per alleggerire le conversazioni, forse, ma che oggi appare come un’ammissione implicita di consapevolezza.Nelle conversazioni captate dagli investigatori, si parla in codice. Le “mozzarelle” sarebbero, secondo i magistrati, mazzette da consegnare. “Dico subito a Mario di portare le mozzarelle”, diceva Cino. In un’altra occasione, Sciacchitano parla di “qualcosa da mettere in sacchetta” per ricevere una documentazione in anticipo: “Un servizio da pagare”, precisa lui stesso.

C’è anche una registrazione del 2022, fatta con un trojan, in cui si ascolta Sciacchitano vantarsi del proprio potere nella sanità regionale. Riferendosi a una nomina all’ospedale Civico di Palermo, racconta come sarebbe riuscito a far inserire un dirigente (Bisignano) grazie alle pressioni su un direttore generale, “che avrebbe eseguito tutto quello che gli veniva detto dalla seconda commissione bilancio dell’Ars”.
I contatti con i Cuffaro
La procura di Palermo segnala un altro episodio: Sciacchitano, insieme a Cino, avrebbe cercato di favorire l’azienda Polygon in una transazione con la Regione. In cambio, volevano 200 mila euro a testa. Parte di quella cifra, secondo i magistrati, era destinata a “ringraziare” la famiglia Cuffaro per l’“impegno”. A fungere da intermediario, il nome di Vito Raso, storico autista di Totò Cuffaro. Il fratello Silvio Cuffaro, oggi dirigente all’Economia, ha smentito ogni coinvolgimento: “Non mi ha mai parlato di interessi personali. L’ho visto solo per caso, in un bar”.
Affari anche all’Asp di Trapani
Anche l’Asp di Trapani, già con le ossa rotte per lo scandalo referti, compare nell’indagine. Sciacchitano avrebbe agito da mediatore per una gara relativa ad apparecchiature elettromedicali, tentando di indirizzare l’esito in favore della Polygon. Per farlo, avrebbe cercato di condizionare la Centrale unica di committenza, parlando anche con dirigenti regionali.
All’epoca, Sciacchitano era presidente dell’OIV dell’Asp di Trapani (incarico ora revocato), oltre che consulente dell’Asp di Caltanissetta e del Civico di Palermo. Una figura trasversale, molto presente nelle stanze dei bottoni, senza però ricoprire ruoli politici ufficiali. Un “mediatore potente e silenzioso”, lo definisce l’inchiesta, con accesso a informazioni riservate e con una fitta rete di contatti.

Oggi la protesta a Palermo
La nuova inchiesta ha riacceso l’indignazione, e oggi, domenica 15 giugno, la protesta si sposta nelle strade. A Palermo, parte la manifestazione “Sanità x Tutti”, promossa dal Movimento 5 Stelle con la partecipazione di Giuseppe Conte. Insieme a lui in piazza anche Pd, Avs, Cgil, Controcorrente, Prc, Psi, PeR e altre forze civiche e sindacali.
«In Sicilia si aspetta otto mesi per un esame oncologico, mentre si fanno affari con la sanità pubblica», ha detto Conte. Il coordinatore regionale del M5S, Nuccio Di Paola, ha parlato di un sistema che “sta collassando, tra liste d’attesa, assenza di controlli e scandali continui”.
Il corteo partirà alle 16:30 da corso Vittorio Emanuele e raggiungerà piazza Bologni, dove parleranno parlamentari nazionali e regionali, rappresentanti di associazioni e vittime della malasanità.