È bufera sul sistema sanitario regionale dopo l’inchiesta della Procura di Palermo che ha scoperchiato un presunto sistema corruttivo nella gestione degli appalti pubblici. Al centro delle indagini Antonio Maria Sciacchitano, noto commercialista siciliano e superconsulente della pubblica amministrazione, arrestato e sospeso per un anno dai pubblici uffici con gravi accuse: associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
Il provvedimento cautelare ha portato a una reazione immediata da parte delle istituzioni. La Presidenza della Regione Siciliana ha revocato l’incarico di presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance regionale affidato a Sciacchitano. Una decisione inevitabile dopo la notifica dell’ordinanza del Gip di Palermo.
Anche l’Asp di Trapani ha proceduto con la cessazione immediata dell’incarico conferito a Sciacchitano nel 2022 come presidente del proprio OIV. Lo ha fatto con delibera n. 919, firmata dal direttore generale facente funzioni Danilo Palazzolo, motivando l’atto con il venir meno dei requisiti di integrità in seguito alla misura interdittiva.
Secondo gli inquirenti, Sciacchitano – detto“Ninni” – sarebbe stato il regista occulto di un comitato d’affari capace di influenzare appalti milionari nella sanità siciliana, grazie a una rete di contatti e a una posizione chiave in più enti pubblici. Le accuse parlano di bandi pilotati, capitolati scritti su misura, promesse di denaro e incarichi a familiari, il tutto in favore di imprese compiacenti.
L’operazione della Guardia di Finanza ha portato all’esecuzione di dieci misure cautelari, colpendo manager, imprenditori e professionisti tra Palermo, Trapani e Caltanissetta. L’indagine – coordinata dai magistrati Maurizio de Lucia e Paolo Guido – è considerata il secondo capitolo dell’inchiesta “Sorella Sanità”, che in passato aveva già coinvolto figure come Fabio Damiani (ex manager dell’Asp di Trapani) e Antonio Candela (ex direttore dell’Asp di Palermo).
«Ogni gara può diventare terreno fertile per la corruzione se c’è chi accetta o offre vantaggi illeciti», ha commentato il presidente della Regione Renato Schifani, annunciando la disponibilità della Regione a costituirsi parte civile. «Esprimiamo piena fiducia nella magistratura – ha aggiunto – e continueremo a operare per promuovere legalità e trasparenza».
Nel frattempo, la rimozione di Sciacchitano apre un nuovo capitolo nell'azione di pulizia all'interno della sanità siciliana. Ma la sensazione è che le indagini siano solo all’inizio.