E’ la politica la grande assente in provincia di Trapani, con la complicità dei vertici regionali. Il centrodestra è davvero un caos senza precedenti, non c’è un solo partito che non sia spaccato. E’ la Lega a dettare la linea, venendogli anche più facile, a Marsala non hanno consiglieri comunali, non più.
La nomina in giunta a Marsala di Gaspare Di Girolamo e di Giuseppe Lombardo, in quota Dc, ha provocato reazioni dei dirigenti provinciali, da Forza Italia alla Dc, quindi la Lega e poi ancora Noi Moderati e Grande Sicilia.
Gli assessori a titolo personale
Sia Giacomo Scala (DC) che Toni Scilla (FI) hanno chiarito in un comunicato congiunto che non ci sono espressioni del loro partito in giunta ma la presenza è a titolo personale. Si ritorna al punto di partenza.
Poi la dichiarazione di Totò Cuffaro chiarisce alcuni aspetti, ma in verità le interlocuzioni sono state fatte proprio con il leader della DC, seppure smentisca. Il comunicato “recita” così: “La Democrazia Cristiana, in provincia di Trapani, non ha sottoscritto alcun accordo con il sindaco di Marsala Massimo Grillo. Sull’ingresso della DC in giunta si era già espressa la segreteria provinciale della Democrazia Cristiana e, noi, siamo un partito vero che rispettiamo le decisioni assunte. Ci auguriamo che anche altri partiti lo facciano. La presenza in giunta del consigliere Di Girolamo è da ritenersi a titolo meramente personale e non implica in nessun modo il coinvolgimento della DC. La segreteria provinciale della DC si riunirà per determinarsi sul caso Marsala, in ordine alle posizioni assunte dai consiglieri, non in linea con le decisioni del partito”. La nota è firmata da Scala e da Cuffaro.
Cortocircuito
La politica a colpi di comunicati stampa non ha mai appassionato i cittadini, che oggi sono sempre più distanti e guardano alle tarantelle dei partiti, e loro rappresentanti, pure con un certo sdegno. Incapaci a tenere un direttivo in cui chiaramente si dica che chi è dentro la giunta di Grillo è contestualmente fuori dal partito per disattese linee politiche assunte dalla dirigenza. C’è uno strumento che si chiama espulsione da cui si tengono ben distanti, perché poi servono le presenze con i voti, ancor di più servono i numeri da presentare a Roma e a Palermo. Ma non è una politica sana quella che sta andando in scena, la coperta è corta e i teatranti non sono su un palco ma si candidano ad amministrare territori. In questa brutta politica fatta di spaccature e di persone che decidono per conto loro, spesso in totale solitudine, non c’è alcuna assunzione di responsabilità. Generali senza truppe.
Dove è finita la politica?
La grande assente è lei. In ogni territorio non c’è un centrodestra unito e compatto, le spaccature sono ovunque. Le ultime elezioni hanno consegnato un quadro frastagliato a Favignana, ad esempio.
Ma c’è pure una grande verità: i coordinatori provinciali non tengono nulla in equilibrio, nel loro stesso partito sono gli uni contro gli altri e questo è distruttivo per la crescita del partito e soprattutto dei territori. C’è una chiara volontà di far prevalere una linea rispetto ad un’altra, senza alcuna preventiva discussione nel merito con la base.
Tutto è autoreferenziale, orientato alle prossime campagne elettorali, a quello lavorano e non, davvero, al benessere collettivo(spot che si utilizza spesso). Nella provincia di Trapani non c’è una linea comune e non c’è un quadro chiaro, ed è pure impensabile(tant’è che nessuno ci ha creduto) che un consigliere giovane come Gaspare Di Girolamo e un vecchio lupo politico come Pino Ferrandelli non avessero la copertura di Cuffaro.
Quindi è evidente che nel caos la politica, che avrebbe il compito di mettere ordine, non riesce nel suo intento ma crea ulteriore confusione. Questa politica è perdente.