Il drone è già in volo e ha già “beccato” i primi incivili: a Trapani è entrato pienamente in funzione il piano “A tia taliu”, la strategia lanciata dall’amministrazione comunale per contrastare l’abbandono indiscriminato dei rifiuti. Un’azione ad alto impatto, che mette insieme tecnologia, sanzioni severe, videosorveglianza potenziata, nuove squadre ecologiche, un numero dedicato per le segnalazioni anonime attivo dal 1° luglio e una campagna multilingue per scoraggiare i comportamenti scorretti anche tra turisti e residenti stranieri.
Il nome scelto è in dialetto trapanese e significa “ti vedo”. Ma il sindaco Giacomo Tranchida ha voluto attribuirgli anche un senso più ampio: «“A tia taliu” intanto significa dal nostro punto di vista voler abbracciare la città. Ma significa anche un'altra cosa: che chi non compartecipa come impegno civile all’abbraccio di questa città, a taliu: "ti vedo" significa che non gli faremo sconti. Non è possibile che i cittadini onesti, perbene, con sacrificio paghino una TARI alta e debbano pure sostenere le spese per bonificare le discariche di alcuni delinquenti. Non possono chiamarsi trapanesi».
L’allarme parte dai numeri: ogni anno il Comune spende quasi 2 milioni di euro per rimuovere rifiuti abbandonati in strada. Una cifra che pesa interamente sulla tassa rifiuti, la TARI, e che ricade su tutti i cittadini. A questa situazione si aggiunge un ulteriore aumento della tassa del 3% previsto per il 2025, appena approvato dal Consiglio comunale. Un rincaro modesto (in media circa tre euro in più per una famiglia tipo), ma che conferma una tendenza: dopo il +6% dell’anno scorso, la TARI continua a crescere.
È proprio su questo paradosso, pagare di più per colpa di chi sporca, che si basa la nuova campagna di repressione e sensibilizzazione. Il piano è già attivo e nei prossimi dieci giorni l’amministrazione punta a verificare l’efficacia della stretta. Sono considerati giorni decisivi per capire se il sistema, che si fonda su tecnologia, prontezza operativa e cittadinanza attiva, possa davvero voltare pagina.
«Siamo arrivati al drone – spiega Tranchida – perché non possiamo presidiare ogni angolo della città con migliaia di vigili che non abbiamo. Il drone ha una visuale più estesa, completa, e riesce a coprire interi quartieri. Ma soprattutto è attivo giorno e notte. Il sistema è integrato con una centrale operativa finanziata dal Pon Sicurezza, grazie anche alla Prefettura, che monitora le immagini in tempo reale. Le sanzioni? Salate: da 1 euro fino a 10.000 euro. E c’è pure la possibilità della denuncia penale. Qualcuno l’abbiamo già beccato e nelle prossime ore daremo notizia ai cittadini».
Oltre ai droni, sono stati potenziati anche i servizi a terra. L’assessore all’Ambiente Emanuele Barbara elenca gli interventi: «Siamo passati da una sola squadra di scerbatura a sei squadre attive sul territorio. Tre squadre si occupano del ritiro dei rifiuti abbandonati. Abbiamo potenziato la videosorveglianza, le telecamere, e anche lo spazzamento stradale automatico. Il drone è solo uno degli strumenti: abbiamo chiesto l’autorizzazione per sorvolare tutta Trapani, e lo faremo in particolare nelle zone più degradate, nei quartieri popolari dove spesso gli incivili pensano di poter fare ciò che vogliono. Non sarà più così. Il drone servirà a beccare gli imbecilli, come li chiamo io».
Ma la svolta, per l’amministrazione, può arrivare solo se i cittadini diventano parte attiva del piano. Dal 1° luglio sarà operativo un numero di telefono dedicato alle segnalazioni anonime, in modo da consentire a chiunque – anche chi teme ripercussioni – di denunciare comportamenti scorretti. Sarà sufficiente inviare una segnalazione per far partire il controllo da parte del Comune o delle forze dell’ordine.
«Se ogni cittadino diventa vigile in senso lato – ribadisce il sindaco – della propria domus e della casa pubblica, cioè la città, possiamo davvero debellare questo fenomeno vergognoso. Lo facciamo per decoro, certo, ma anche per rispetto dell’onestà. Dobbiamo essere orgogliosi della nostra Trapani, anche da un punto di vista estetico. Non possiamo permettere che chi sporca distrugga l'immagine della città».
Accanto ai controlli, il Comune sta lavorando anche a una campagna di sensibilizzazione che parlerà più lingue: inglese, francese, arabo, spagnolo. L’obiettivo è raggiungere anche turisti, stagionali, nuovi residenti, spesso all’oscuro delle regole locali. «Chi viene a Trapani deve sapere subito che non è tollerato lasciare rifiuti per strada – aggiunge Barbara – e che le multe sono severe. Non è solo un messaggio repressivo: vogliamo costruire un senso di responsabilità condivisa».
Il bilancio dell’operazione sarà tracciato a metà luglio. I primi dieci giorni sono il banco di prova. In quel periodo saranno verificate l’efficienza delle squadre, l’impatto della sorveglianza aerea e l’efficacia del canale di denuncia. Ma l’obiettivo è chiaro fin d’ora: ridurre le minidiscariche, restituire decoro ai quartieri, abbassare, nel tempo, i costi a carico della collettività.
Il messaggio è inequivocabile: “A tia taliu” non è solo uno slogan. È un segnale, forte e visibile, che chi sporca non potrà più farlo impunemente.