A Marsala, con Eleonora Lo Curto a fare gli onori di casa, si è tenuto un incontro del centrodestra. Erano presenti: Toni Scilla per Forza Italia, Giacomo Scala per la Democrazia Cristiana, Maria Pia Castiglione per Noi Moderati, Salvatore Montemario per Grande Sicilia e Maurizio Miceli per Fratelli d’Italia. Presente anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, che ha portato il sostegno del governo regionale al percorso intrapreso.
Assenti – perché non invitati – il sindaco Massimo Grillo, la cui collocazione politica appare ormai incerta (se non personale), e i suoi sostenitori più fedeli, complici del suo operato. Tra questi, il presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano, eletto nel 2020 nelle file di Forza Italia: nonostante il suo posizionamento all’opposizione del sindaco, non ha mai formalmente lasciato il partito né è stato espulso, nonostante la sua linea sia in contrasto con quella degli organi ufficiali del partito. Assente anche il capogruppo all'Ars di Forza Italia, on. Stefano Pellegrino.
Il progetto della coalizione si fonda su tre parole chiave: unità, coerenza e partecipazione. L’obiettivo è proporre una visione di città moderna, inclusiva e dinamica. In questa ottica diventa essenziale individuare una figura autorevole, rappresentativa e capace di unire le diverse anime politiche e civiche, per guidare un’alleanza ampia e compatta.
È ufficialmente iniziata la caccia al candidato sindaco. A tal proposito, il dirigente della Democrazia Cristiana ha precisato che gli assessori e consiglieri comunali attualmente vicini al sindaco Grillo lo fanno a titolo personale. Alla domanda se Nicola Fici – ex PD e Cento Passi per la Sicilia – possa essere un possibile candidato dell’area, ha risposto:
“Perché no? Un centrodestra unito, che si apre alla società civile – o meglio, reale – nella scelta del candidato, rappresenta una grande risposta democratica della politica al territorio. Se si tratta di un amministratore, quindi conoscitore dei meccanismi interni alla macchina burocratica dell’Ente, ma anche di un politico per il ruolo ricoperto in Consiglio comunale, sarà sicuramente in grado di amalgamare le diverse identità del centrodestra, interfacciandosi con la società civile per realizzare un obiettivo comune. Nicola è sicuramente una figura gradita, ma non è l’unica risorsa: lavoreremo per trovare la migliore soluzione, e lui è tra le ipotesi possibili.”
Che l’ipotesi non sia campata in aria lo conferma anche il fatto che tra i suoi sostenitori vi è l’amico e collega Flavio Coppola, da sempre democristiano. Un dettaglio non trascurabile: a Sala delle Lapidi siede nello stesso gruppo consiliare del vicesegretario provinciale della DC, Walter Alagna.
All’osservatore attento, però, non può sfuggire una certa contraddizione – un ossimoro politico, se non un paradosso. Nicola Fici è stato eletto nel 2020 nella lista "Cento Passi", ispirata simbolicamente alla distanza tra la casa di Peppino Impastato e quella del boss Tano Badalamenti, condannato all’ergastolo per il suo assassinio. Fondatore della lista di sinistra è Claudio Fava, figlio di Pippo Fava – anch’egli ucciso dalla mafia – per mandato del boss Nitto Santapaola.
Oggi, Fici è accostato a un’area che include la nuova Democrazia Cristiana Sicilia Nuova, fondata da Totò Cuffaro – attualmente anche segretario nazionale della DC – condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.
Tutto legittimo, sia chiaro.
Ma resta il fatto che si tratta, inequivocabilmente, di un corto circuito politico, o quantomeno dovrebbe esserlo. Tuttavia, nel panorama attuale, la classe politica sembra sempre più incline a trasformare il possibile in plausibile, e l’impossibile in accettabile.
Vittorio Alfieri