D’un tratto la politica marsalese sembra essersi risvegliata, animata e agitata da divisioni e riassestamenti, movimenti caotici e dispute, sondaggi e comunicati: estate permettendo, la campagna elettorale può dirsi aperta.
Al di là delle buone intenzioni è evidente che buona parte dei marsalesi - stanchi, rassegnati, delusi, disillusi o curiosi - sin da ora voglia pesare la sostanza, ovvero la direzione da prendere, non solo nel senso dell’affrancarsi a questo o a quell’altro schieramento o partito, ma in termini di idee, programmi, prospettive.
In questi giorni di ricorrenti comunicati il cittadino si chiede quanto sia forte l’apertura al dialogo per la costruzione di un progetto condiviso, espressa in molti comunicati, così come vuol comprendere come vecchi naviganti vogliano realizzare la promessa “nuova visione” o a cosa debba tendere il “senso di responsabilità”. Domande ricorrenti nei dialoghi urbani.
Mi confronto quotidianamente con opportunità e strategie di sviluppo e di innovazione, con nuove visioni e processi partecipativi. Ci tengo a dire che un processo realmente partecipativo sarebbe qualcosa di totalmente nuovo per la nostra realtà e potrebbe generare un cambiamento radicale nel modo di amministrare il territorio, cosa che accade in molte lungimiranti realtà, in Italia e in Europa. Ma questo è, appunto, parte di un modello amministrativo innovativo.
La realtà odierna testimonia che non è più il tempo delle semplici alleanze, degli accordi, dei posizionamenti, dei rimpasti. È necessaria una visione di quella che deve e dovrà essere la Città. Serve un cambiamento di metodo, per cui è necessario il coinvolgimento di una nuova classe dirigente con competenze rispondenti alle criticità del territorio, che lavorino ad un programma condiviso, che non si riduca a uno spot da campagna elettorale, ma che sia un impegno concreto, portato avanti con una visione d’insieme e a beneficio di un obiettivo collettivo, con risultati tangibili e misurabili nel tempo.
La nostra Città ha potenzialità enormi, a livello culturale, storico, paesaggistico, produttivo, tanto per dirne alcune. La domanda è: cosa impedisce di valorizzarle e di generare benefici concreti e duraturi per l’economia locale e per il benessere dei cittadini? Pensiamo, ad esempio, alle attività economiche, produttive, turistiche.
Nel complesso Marsala ha estremo bisogno di vivere una esperienza di rigenerazione urbana e culturale, ma anche economica e sociale, se pensiamo alle periferie e ai quartieri i cui abitanti vivono i maggiori disagi in materia di trasporti, disponibilità ed efficienza dei servizi urbani, sicurezza e inclusione.
Più che parole questo cambiamento richiede idee e risposte concrete, efficaci e in linea con i tempi.
Giovanni Di Girolamo - La Città Che Vorrei