Con il ritorno del grande caldo torna anche l’allarme siccità in Sicilia. Dopo un inverno e una primavera segnati da piogge irregolari, l’estate 2025 si apre con un quadro già critico: calo dell’acqua negli invasi, razionamenti nei comuni, difficoltà per agricoltori e allevatori, focolai d’incendi in diversi territori. Una crisi idrica che non è solo stagionale, ma strutturale, e che coinvolge ambiente, economia e sicurezza.
Invasi in sofferenza, campi in difficoltà
In molte aree dell’Isola, in particolare nella parte occidentale, gli invasi hanno registrato nuovi cali nei livelli idrici. L’irrigazione dei campi è diventata complicata per molti agricoltori e coltivatori, costretti a fare i conti con una risorsa sempre più scarsa. Ma i problemi non riguardano solo l’agricoltura: l’acqua manca anche per il bestiame e, più in generale, per il mantenimento dell’equilibrio naturale.
Razionamenti ancora in corso
In alcuni comuni siciliani l’acqua potabile è razionata da mesi. Ancora oggi, interi quartieri ricevono la fornitura idrica solo in fasce orarie limitate. Una condizione inaccettabile in una regione dove ogni anno, puntualmente, si ripropone il dramma della siccità e dell’inefficienza della rete idrica.
L’intervento della Protezione civile nazionale
In audizione al Parlamento, il capo della Protezione civile Fabio Ciciliano ha tracciato un quadro preoccupante: “Il deficit idrico in Sicilia e Sardegna è particolarmente grave. La mancanza di interconnessioni fluviali, lo spopolamento delle aree interne e l’aumento degli incendi rendono questi territori sempre più vulnerabili”. La crisi climatica – ha aggiunto – colpisce con forza le isole maggiori, alternando lunghi periodi siccitosi a piogge intense e improvvise, con conseguenze devastanti.
Appelli e proposte: “Ora servono soluzioni strutturali”
Da tempo, associazioni di categoria e sindacati denunciano la gravità della situazione. Coldiretti ha lanciato l’allarme per Agrigento e provincia, dove l’acqua scarseggia sia per uso potabile che irriguo. Il segretario della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, ha ribadito la necessità di “un piano straordinario di manutenzione delle reti, la depurazione e il riutilizzo delle acque reflue, la riforestazione e il rilancio dei consorzi di bonifica”.
I dissalatori: una risposta parziale
Il presidente della Regione Renato Schifani ha annunciato un’accelerazione sugli interventi per i dissalatori a Trapani, Gela e Porto Empedocle. Ma secondo molti osservatori, si tratta di una soluzione tampone. “Non basta. Serve un piano regionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, dicono agricoltori e ambientalisti, chiedendo più risorse da Roma e Bruxelles.
Il caso Sicilia è europeo
La Sicilia – come ha ricordato anche Re Carlo nel suo intervento al Parlamento italiano – è simbolo delle conseguenze della crisi climatica nel Mediterraneo. Un laboratorio anticipato di quel che potrebbe accadere in altre regioni d’Europa. Per questo la risposta non può essere solo locale: il tempo degli allarmi è finito. Ora servono interventi concreti e duraturi.