Condannato in primo grado, è stato assolto in secondo il 32enne pregiudicato marsalese Emanuele Girasole, accusato di avere violato l’obbligo di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento ai genitori.
Una misura cautelare, con braccialetto elettronico, emessa dalla magistratura nell’ambito del procedimento che lo ha visto condannato a due anni di reclusione per estorsione proprio in danno dei genitori. Ma il 2 ottobre dello scorso anno, durante un controllo, agenti del Commissariato di polizia di Marsala lo hanno trovato sul solaio dell’edificio in cui abitano il padre e la madre. E per questo lo hanno arrestato. Il tribunale convalidava l’arresto e disponeva la custodia cautelare in carcere. Processato in abbreviato, veniva quindi condannato ad un anno, un mese e dieci giorni di carcere.
Oltre al pagamento delle spese processuali. Ma l’avvocato difensore, Antonino Rallo, ha fatto notare che l’obbligo di allontanamento dalla casa familiare, con divieto di avvicinamento ai genitori, alla data del 2 ottobre 2024 era già cessato da circa quattro mesi. Per l’esattezza, dal 5 giugno 2024, quando era divenuta definitiva la sentenza di condanna per estorsione in danno dei genitori. Pertanto, la quarta sezione della Corte d’appello di Palermo, accogliendo la tesi difensiva, ha assolto il Girasole “perché il fatto non sussiste”. “Recentemente – spiega l’avvocato Antonino Rallo - la Suprema Corte ha statuito che ‘il passaggio in giudicato di una sentenza di condanna a pena detentiva suscettibile di esecuzione comporta la caducazione immediata della misura cautelare non custodiale già applicata al condannato’. Ne consegue, che la condotta di Girasole Emanuele, trovato presso l’abitazione dei propri genitori già persone offese, non integra il reato di cui all’art. 387 bis del codice penale, stante il passaggio in giudicato della sentenza del Gup presso il Tribunale di Marsala che per l’effetto determina la cessazione della misura impedendo alla stessa di protrarsi oltre il giudizio di cognizione”.
Tra i precedenti del Girasole, la pena a due anni di reclusione patteggiata nel febbraio 2019 per una rapina commessa con un complice l’anno precedente ai danni di un’anziana, cui fu sottratta la pensione. Il fatto fu commesso la notte tra l’1 e il 2 maggio 2018. Con uno dei due che fece irruzione nell’abitazione con il volto travisato da una maschera raffigurante il diavolo. Ci mancò poco, dunque, che all’anziana, rapinata di 750 euro, prendesse un colpo.