Oggi lo conosciamo come un luogo da cartolina: mare cristallino, silenzi profondi, scenari da cinema. Il Golfo di Macari, nel territorio di San Vito Lo Capo, è una delle perle della Sicilia occidentale. Un angolo ancora integro, tra Baia Santa Margherita e Monte Cofano, che ogni estate richiama turisti da tutto il mondo. Ma in pochi sanno che negli anni ’70 quella costa rischiò di essere devastata da una raffineria petrolchimica. Un progetto reale, concreto, che avrebbe trasformato il paradiso in un incubo industriale.
A raccontare questa pagina dimenticata di storia siciliana arriva adesso il documentario “Il Paradiso Salvato”, ideato da Nicola Biondo e Giacomo Di Girolamo, prodotto da Network, che sarà presentato in anteprima domenica 6 luglio alle 20, a Castelluzzo, nell’ambito della rassegna “Terr’eMare”.
La sciagura sventata
Nel 1970, il destino della Sicilia si giocava su un bivio: costruire un nuovo polo petrolchimico a Macari o a Priolo. Alla fine, la scelta ricadde sulla Sicilia orientale. Un esito che per Priolo e per il siracusano ha significato decenni di inquinamento, malattie, devastazione ambientale. Ma che avrebbe potuto riguardare la provincia di Trapani. Quel golfo, oggi simbolo di bellezza, fu davvero a un passo dalla distruzione.
A fermare il progetto fu una battaglia civile e politica coraggiosa, forse la prima vera mobilitazione ambientalista dell’Isola, ancora prima della famosa marcia dello Zingaro del 1980. A opporsi furono cittadini, intellettuali, ambientalisti, amministratori, guidati da figure come l’assessore provinciale Vincenzo Occhipinti, che si trovarono a resistere contro pressioni economiche e politiche fortissime.
Un racconto di resistenza e visione
“Il Paradiso Salvato” non è solo il racconto di un pericolo evitato. È la narrazione di una visione alternativa, di un’idea di sviluppo che metteva al centro il paesaggio, il turismo sostenibile, la qualità della vita. È la storia di un territorio che, con mezzi modesti ma con grande dignità, seppe dire no.
Quelle voci, quelle scelte, oggi ci parlano più che mai. Perché raccontano una Sicilia che resiste, che non si arrende all’idea che la crescita debba passare per forza dal sacrificio del proprio ambiente. Una Sicilia che ancora oggi può scegliere, con coscienza, da che parte stare.
Un’eredità preziosa
Il documentario sarà presentato a Castelluzzo, il luogo che cinquant’anni fa fu al centro di quella sfida. Un ritorno simbolico, ma anche un invito a non dimenticare, a proteggere con consapevolezza ciò che si è salvato con coraggio.
La serata, che chiude la rassegna “Terr’eMare”, sarà un momento di memoria collettiva. Perché la bellezza non si conserva da sola. E perché quella battaglia vinta può ancora insegnarci qualcosa.
La giornata conclusiva vedrà sfilare il raduno di Vespe e Lambrette dei club siciliani - simboli di un'epoca che ha segnato la storia dell'isola, mentre la musica folk al tramonto accarezzerà l'anima con melodie che parlano di mare e di terra.
Il cuore pulsante della serata sarà alle ore 20:00 nel suggestivo Golfo di Macari con la presentazione in anteprima di "Il Paradiso Salvato", documentario di Nicola Biondo e Giacomo Di Girolamo che racconta l'eroica battaglia civile dei primi anni '70 quando i siciliani si unirono per salvare la costa tra San Vito lo Capo e Custonaci dalla minaccia di un polo petrolchimico. Una storia di orgoglio e resistenza culminata nel voto decisivo dell'Assemblea Regionale Siciliana del 30 novembre 1970, guidata dall'assessore trapanese Vincenzo Occhipinti.
La notte si accenderà con gli artisti di strada Mangiafuoco - custodi dell'antica arte circense siciliana, il live show de "I Centoquattro" che farà vibrare l'aria con sonorità isolane, arricchito dalle performer di Time to Show, concludendo con uno spettacolo pirotecnico che illuminerà il cielo di Sicilia.