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16/07/2025 18:48:00

La rete di Messina Denaro: sei anni di carcere per i fratelli Luppino

Sei anni di carcere ciascuno sono stati inflitti dal Tribunale di Marsala (presidente del collegio: Chiara Vicini) ai fratelli Antonino e Vincenzo Luppino, rispettivamente di 42 e 37 anni, di Campobello di Mazara, accusati di avere fatto parte della rete che per lungo tempo ha favorito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. 

 

I due imputati sono stati giudicati colpevoli di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena. Sono stati, però, assolti dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. I due sono figli di Giovanni Luppino, l’uomo che accompagnava in auto il capomafia castelvetranese il 16 gennaio 2023 quando fu catturato davanti la clinica “La Maddalena” di Palermo. A difenderli sono stati gli avvocati Girolamo D’Azzò, del foro di Palermo, e Giuseppe Ferro di Gibellina (foro di Marsala). 

 

Secondo gli inquirenti, i due figli di Giovanni Luppino avrebbero “contribuito con le loro condotte al mantenimento delle funzioni di vertice del capo mafia castelvetranese, fornendogli prolungata e variegata assistenza durante la latitanza e partecipando al riservato sistema di comunicazioni attivato in suo favore”

 

Per i due fratelli, il pm della Dda Bruno Brucoli aveva invocato la condanna a dodici anni di carcere ciascuno. Il Tribunale ha, inoltre, condannato i fratelli Luppino a pagare spese processuali e risarcimenti danno alle parti civili costituite nel processo: i Comuni di Campobello di Mazara e Castelvetrano, nonché le associazioni “Codici Sicilia” e “Antonino Caponnetto”. Ordinata la restituzione dei telefoni sequestrati in fase d’indagine e delle agende telefoniche, nonché la pubblicazione, anche per estratto, della sentenza su due giornali quotidiani, uno a tiratura regionale e uno nazionale. 

 

Nel processo, accusa e difesa si sono date battaglia soprattutto sull’analisi di tabulati telefonici e sulle celle agganciate dai cellulari nel corso degli spostamenti dei due imputati e del defunto boss mafioso castelvetranese. Secondo l’accusa, in particolare, il 4 giugno 2022, Antonino e Vincenzo Luppino avrebbero aiutato il boss a traslocare, con un ruolo importante nel trasferimento del latitante dall’abitazione di vicolo San Giovanni 260, cioè a pochi passi dalla loro abitazione, all’appartamento di via Cb 31, a Campobello di Mazara. I due fratelli, sempre secondo gli inquirenti, conoscevano "la vera identità" del capomafia e “svolgevano l'affidabilissimo compito di ausilio” al padre e "in diverse tappe relative alla gestione del latitante fornivano un aiuto prezioso al capomafia per muoversi e spostarsi sul territorio e quindi di svolgere una funzione essenziale per l'intera associazione mafiosa". E a partire dal 2017, Messina Denaro avrebbe elargito numerosi regali alla famiglia di Giovanni Luppino. Tra i destinatari dei regali ci sarebbero anche i due fratelli. "Dalle analitiche annotazioni sulle spese che Messina Denaro stilava di suo pugno" emergerebbe che il latitante "era solito versare periodicamente somme di denaro, anche di importi non trascurabili, in favore dei Luppino ed elargire loro piccole regalie". I Luppino erano conosciuti con il soprannome di "mustusi".