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20/07/2025 06:00:00

Trapani-Misiliscemi litigano sull’acqua: intanto in 1200 rimangono a secco

"Non intendo più parlare con l'assessore, ma solo con il sindaco". Questa la conclusione del faccia a faccia dai toni  aspri, che ha ricordato un incontro di boxe più che un tavolo istituzionale. È così che si è consumato il confronto tra l’assessore al Servizio Idrico di Trapani Vincenzo Guaiana e il sindaco di Misiliscemi Salvatore Tallarita, convocati all’ATI Idrico dal direttore generale Pierluigi Carugno per tentare di disinnescare una crisi idrica che rischia di esplodere sotto il sole rovente di luglio.

La miccia che ha acceso lo scontro è stata la richiesta di Trapani di sospendere temporaneamente le pompe di Marracco, che riforniscono Misiliscemi, per riequilibrare la pressione verso le aree più popolose del capoluogo. Ma per Tallarita questa è una linea rossa. “Non possiamo essere sempre noi a pagare” ha detto. “Ogni volta che ci chiedono di chiudere, 1.200 famiglie restano senz’acqua per  giorni. E non è accettabile che succeda sempre di giovedì e venerdì”. Tallarita ha specificato che rimangono senza acqua per oltre 10 giorni.

Da Trapani, Guaiana ha risposto senza sconti,“Non possiamo continuare così senza collaborazione. Se Trapani va in sofferenza, anche Misiliscemi deve soffrire”.

Tallarita ha rilanciato chiedendo di allargare il raggio dei sacrifici: “Favignana, Birgi, Xitta, Bronx, Villa Rosina, l’aeroporto, i Vigili del Fuoco: perché non coinvolgere anche queste aree? Non possiamo essere gli unici penalizzati”. Ma su Favignana la replica di Guaiana è stata netta: “Lì l’acqua la fornisce Siciliacque. Non dipende da noi”.

Il sindaco di Misiliscemi ha puntato anche il dito contro la gestione tecnica: “Se c’è un problema elettrico, bisogna attrezzarsi. Se il guasto è ai quadri, serve manutenzione preventiva. Chiudere le pompe per motivi non strutturali è una gestione ballerina. Una manutenzione programmata alle centraline Enel eviterebbe questi blocchi”.

Guaiana ha difeso la complessità di un sistema che conta 18 pozzi, 17 operativi e 60 chilometri di condotte. “Non basta accendere una pompa. Serve tempo per riportare la rete all’equilibrio quando due pozzi vanno in riparazione”.

Sulla polemica dei weekend, l’assessore trapanese ha chiarito: “Non è vero che le interruzioni sono sempre di giovedì e venerdì. La necessità capita quando capita. Abbiamo chiesto una calendarizzazione solo nei casi urgenti. A volte abbiamo dato l’acqua al centro storico, lasciando Trapani Nuova senza. Anche Misiliscemi può fare lo stesso: invece di far soffrire sempre Rilievo di giovedì, quando si riapre si può partire da lì e ridurre i disagi”.

Tallarita ha infine rivendicato gli investimenti messi in campo: “Abbiamo presentato un progetto per il cambio di tutti i contatori e per il recupero della cisterna. Dobbiamo migliorare la nostra rete, ma Trapani deve garantire una gestione più equa”.

Intanto la sofferenza dei cittadini è tangibile. A Sant’Alberto l’acqua è mancata per un turno intero per problemi di pressione. A Misiliscemi le famiglie sono rimaste senza erogazione per due giorni consecutivi. Con il caldo che sfiora i 40 gradi, il timore dei residenti è che il braccio di ferro tra i due Comuni porti a un’estate di disagi e proteste.

L’ATI Idrico, che tenta di mantenere il dialogo, ha rinviato la prossima riunione a fine luglio. Fino ad allora, la gestione dell’acqua resta un terreno di scontro tra chi chiede sacrifici condivisi e chi rivendica il peso delle responsabilità operative.