La lotta di San Vito lo Capo per salvare la spiaggia che rischia di scomparire
La spiaggia di San Vito Lo Capo, tra le più celebri della Sicilia e meta turistica internazionale, rischia di scomparire. Negli ultimi trent’anni, il litorale si è ritirato del 30%, eroso dal mare, dal cambiamento climatico e dall’impatto dell’uomo. I ripascimenti finora effettuati – finanziati anche con fondi pubblici – sono serviti solo da tampone temporaneo. È questo l’allarme lanciato da Legambiente Pizzo Cofano, che ha avviato una petizione e chiesto interventi urgenti e strutturali.
Se n’è parlato anche al Film festival Siciliambiente, durante l’incontro “Aspettando Goletta Verde: Salviamo San Vito Lo Capo”, lo scorso 18 luglio nel giardino di Palazzo La Porta. Un’occasione per fare il punto su una delle emergenze ambientali più gravi della costa trapanese.
“La falda compatta su cui poggia la sabbia sta emergendo e si sta sciogliendo – si legge nella petizione –. Se non si interviene subito, anche i futuri ripascimenti rischiano di essere inutili, perché la sabbia non avrà più un appoggio naturale”.
Il presidente del Circolo Legambiente, Giuseppe Messina, è chiaro: “San Vito ha perso il 30% della spiaggia in trent’anni. Il Mediterraneo è un mare malato, colpito da un aumento di temperatura di 1,5 gradi solo nell’ultimo decennio. Cambiano le correnti, cambia tutto. Ma a peggiorare le cose ci sono anche le scelte sbagliate dell’uomo”.
Secondo Messina, servono soluzioni serie: “Non bastano i ripascimenti. Chiediamo la creazione di un tavolo tecnico permanente, con scienziati, università, istituzioni e Ministero, per avviare un vero progetto di salvaguardia. Serve uno studio sugli effetti climatici, sulla permeabilità del suolo, sull’equilibrio idrogeologico. Solo così potremo davvero salvare San Vito”.
La battaglia ambientalista a San Vito non è nuova. Come ricorda Messina, negli anni Settanta fu evitata la costruzione di una centrale petrolchimica nel golfo di Macari. Nel 1980 la marcia dello Zingaro portò alla nascita della prima riserva naturale siciliana. Più di recente, il comitato si è opposto alla costruzione di un mega porto turistico, il “Marine Resort”.
“Oggi – conclude Legambiente – siamo a un punto di non ritorno. Ma non è troppo tardi. San Vito è un bene comune e va difeso. Ora.”
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