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23/07/2025 10:07:00

Rita Atria, la ragazza che sfidò la mafia: a Marsala e Partanna due giornate per ricord...

Rita Atria aveva diciassette anni quando decise di denunciare la mafia. Lo fece con coraggio, sapendo di andare contro tutto: la sua famiglia, le regole del suo paese, la cultura dell’omertà. Lo fece soprattutto dopo l’assassinio del padre Vito e del fratello Nicola, entrambi legati a Cosa nostra. Trovò ascolto nel giudice Paolo Borsellino, che divenne per lei un punto di riferimento. Ma quando anche lui venne ucciso, Rita non resse al dolore. Una settimana dopo la strage di via D’Amelio, il 26 luglio del 1992, si tolse la vita gettandosi dal settimo piano della casa romana dove viveva sotto protezione.

A 33 anni dalla sua morte, Rita Atria continua a rappresentare una delle storie più forti e simboliche della lotta alla mafia. Per questo, anche quest’anno, Libera e diverse associazioni hanno organizzato due momenti per ricordarla e rinnovare l’impegno contro le mafie e la cultura della sopraffazione.

A Marsala, il 25 luglio, nel suggestivo giardino del Baluardo Velasco, alle ore 21.00 andrà in scena lo spettacolo “Ora qui è luce”, tratto dal libro omonimo di Cristiano Parafioriti. Si tratta di un monologo in prima persona, tratto proprio dal diario di Rita. Sul palco Valeria Di Via, Gianpiero Soperga e Melania Parisi, con la regia di Massimo Licari. L’evento è promosso da Libera Marsala – Presidio “Vito Pipitone”, con il sostegno dell’associazione culturale Skenè.

A Partanna, il 26 luglio, alle ore 17.30 ci sarà il raduno davanti al cimitero comunale, dove Rita è sepolta. Dopo l’ingresso, alle ore 17.40, si svolgeranno gli omaggi floreali, seguiti da momenti di riflessione e un omaggio musicale della flautista Verena Pestalozzi. L’iniziativa è organizzata da Libera, Articolo 21, Gens Nova e il Comune di Partanna.

Due luoghi, due linguaggi – il teatro e il raccoglimento civile – per ribadire che la memoria non è un esercizio retorico, ma un impegno che continua. Rita Atria ha pagato con la vita la sua scelta di giustizia. Ricordarla oggi significa restituirle voce, dignità, presenza. E ricordarci che il cambiamento comincia anche da una ragazza di diciassette anni che ha avuto il coraggio di dire no.