Nico Acampora è il fondatore di PizzAut, prima pizzeria in Italia gestita da personale autistico. L’inclusione si nutre, si accompagna, quando accade si celebra. Perchè non è mai un traguardo scontato, non lo è nemmeno il percorso. PizzAut è presente e futuro, sono responsabilità condivise, è progettualità di grande respiro. Mentre loro fanno, cercano pure di sensibilizzare le Istituzioni e la società civile, perchè nessuno resti indietro e possa trovare occupabilità.
Nico, intanto grazie. Il tuo esempio è la faccia straordinaria di un Paese che racconta, con forza e costanza, che la strada per costruire una società condivisa c’è.
Partiamo da una semplice ma non scontata risposta. Chi era Nico Acampora prima di PizzAut?
Grazie a voi per queste parole. Prima di PizzAut, ero un papà di due figli Giulia e Leo, un uomo che lavorava nel sociale sposato con Stefania, una donna straordinaria di professione infermiera. Insomma un uomo come tanti, poi è arrivata la diagnosi di autismo di mio figlio Leo. In un momento tutto è cambiato, lo shock ha investito la famiglia, il matrimonio, ma poi una notte è arrivata l’idea di una pizzera dove far lavorare persone autistiche. È stato proprio osservando Leo fare la pizza con la mamma che ho maturato l’idea che diventare un pizzaiolo poteva essere un percorso possibile per una persona autistica. E oggi siamo qui. Mi hanno dato del sognatore, e hanno detto molto di peggio devo dire, ma credo di essere un sognatore con i piedi per terra, che ha capito che i sogni, per realizzarsi, hanno bisogno di mani che lavorano e di cuori che ci credono.
Spieghiamo in maniera semplice che il lavoro non è prerogativa solo dei normodotati, ma che rappresenta dignità per tutti e anche speranza per il futuro?
Il lavoro è dignità. Punto. Non c'è distinzione, non ci sono 'normodotati' o 'non normodotati' quando si parla di dignità. Il lavoro è la chiave per l'autonomia, per sentirsi parte della società, per avere un ruolo. Per i nostri ragazzi, il lavoro è anche una terapia, un modo per esprimere le loro capacità, per sentirsi utili, per costruire un futuro. Quando un ragazzo autistico indossa la divisa di PizzAut, non sta solo impastando una pizza, o servendo ai tavoli ma sta trovando il suo posto nel mondo, insieme agli altri, sta costruendo la sua indipendenza. Sta dimostrando a tutti che è capace, che ha un valore.
PizzAut è inclusione ma soprattutto condivisione. Il mondo non è solo di alcuni, condividere è sostanza di vita. Diamo un pò i numeri di quanti occupati ci sono? Di quanti ragazzi autistici hanno trovato la loro forza e presenza? Di quante ore lavorano e con quale paga? Potresti dare lezioni ad altre aziende…
Assolutamente! PizzAut è una famiglia che cresce. Attualmente, tra le due pizzerie di Cassina de' Pecchi e Monza, abbiamo un team 41 sono ragazzi e ragazze autisitici assunti o in tirocinio. Lavorano come pizzaioli e camerieri, con contratti regolari, a tempo indeterminato, con un orario che varia in base alle loro esigenze. Lavorano mediamente dalle 20 alle 30 ore settimanali, a seconda del ruolo e delle loro possibilità, ma sempre con grande impegno e professionalità. La nostra realtà dimostra che il lavoro per persone autistiche è un orizzonte possibile. Che l'inclusione non è un costo, anzi lavorando questi ragazzi non hanno più bisogno del sostegno dello Stato ma anzi ne diventano contributori. L’inclusione è un'opportunità per tutti."
Quanto è importante che i clienti non vengano solo a mangiare una pizza, ma vivano un'esperienza educativa?
Il cliente che viene da PizzAut non viene solo per la pizza, che è buonissima, è la più buona della galassia conosciuta! Viene per toccare con mano che l'inclusione è possibile, che la diversità è una ricchezza. Ogni tavolo, ogni interazione è un piccolo passo verso una società più consapevole. I nostri ragazzi, con la loro spontaneità e la loro dedizione, insegnano molto più di mille discorsi. Insegnano la pazienza, la determinazione, la gioia di fare, la soddisfazione immensa di raggiungere nuovi obiettivi. Il cliente esce da PizzAut non solo sazio, ma anche un po' più ricco dentro, con una prospettiva diversa sulla disabilità e sull'importanza di dare opportunità a tutti. È un'esperienza che cambia, sia per chi la vive che per chi la offre."
Se potessi cambiare una sola cosa in Italia per facilitare l’inclusione lavorativa, quale sarebbe?
Con questa domanda mi mettete ancora nei panni del sognatore...
Se potessi cambiare una sola cosa, cambierei la cultura sociale, la mentalità. La mentalità che vede la disabilità come un limite e non come una risorsa. La mentalità che si ferma all'etichetta e non guarda alla persona. Dobbiamo smettere di pensare che l'inclusione sia un favore, un gesto caritatevole o peggio un onere, e iniziare a vederla come un investimento sociale ed economico. Se le aziende, le istituzioni, le famiglie, tutti, iniziassero a credere veramente nelle capacità di queste persone, si aprirebbe un mondo di opportunità. Le leggi ci sono, ma spesso manca il coraggio di applicarle pienamente e la visione di andare oltre il mero adempimento burocratico. Serve un cambio di paradigma culturale.
Prossimi passi per PizzAut?
In questo momento stiamo consolidando il lavoro fatto sino ad ora e stiamo sviluppando il progetto PizzAutobus che prevede una flotta di numerosi food truck che gireranno inizialmente per le province lombarde e in futuro per tutta Italia.
Da PizzAut si cresce, professionalmente, umanamente, si accettano limiti e si costruiscono consapevolezze. Il messaggio è potente. Non siamo allora dei poveri illusi che vogliono costruire un mondo migliore, no?
Ci hanno provato a darmi dell’illuso! Ma io, mia moglie, i volontari di PizzAut, i genitori dei ragazzi, non siamo illusi, siamo realisti. Siamo realisti che credono nel potere del fare. Ogni giorno, vedendo i nostri ragazzi crescere, imparare, superare ostacoli, ci rendiamo conto che un mondo migliore non è un'utopia, ma una costruzione quotidiana. Si cresce, si impara, si sbaglia e si ricomincia. Si accettano i limiti, sì, ma si scoprono anche potenzialità inimmaginabili. Il messaggio è potente perché è vero, è autentico. Dimostra che con impegno, passione e forse sì, anche un pizzoco di follia, si possono abbattere barriere e costruire ponti. Siamo la prova vivente che un mondo più inclusivo e più umano è possibile, e che non c'è nulla di più concreto che lavorare per realizzarlo."
Provo a strapparti una promessa, un Truck food in provincia di Trapani?
Ah, Trapani! Una città meravigliosa! Beh, onestamente... non posso promettere un truck food ora, ma posso assicurare che l'idea mi piace tantissimo! Il nostro sogno è portare PizzAut in giro per l'Italia, e la Sicilia, con la sua bellezza e la sua gente, sarebbe una tappa fantastica. Quindi, non è una promessa a breve termine, ma è un'idea che metto nel cassetto dei sogni da realizzare. Chissà, magari un giorno, il progetto PizzAutobus arriverà a coinvolgere anche qualche associazione siciliana che si occupa di autismo e insieme faremo viaggiare la pizza più buona della galassia conosciuta per le strade di trapani.