È tornata, come accade di tanto in tanto periodicamente, d'attualità la questione annosissima del dragaggio del porto canale. E periodicamente si ripropone la bufala degli uccellini, più o meno protetti, la cui nidificazione bloccherebbe la prosecuzione dei lavori di prelievo dei fanghi.
La verità molto probabilmente sarebbe, però, un'altra ed a riferirla a Tp24.it è una nostra fonte che preferiamo tenere riservata: “Tra il 22 maggio - ci dice in confidenza - e la fine di giugno scorso la ditta Promedil di Partanna (manualmente anche se sul posto ci sono ancora un bobcat e un mezzo dotato di benna) ha provveduto a togliere i copertoni ed altri rifiuti che stavano in superficie dei fanghi del dragaggio, depositati nella vasca "A" ricavata lungo la sponda ovest della Colmata B”. E, continua, documentando anche con alcune immagini dei luoghi: “Sotto i fanghi, come da fotografia realizzata (scorsa settimana n. d. a.), è rimasto il ben di dio che c'era in superficie. Sul posto non c'è cartellonistica alcuna che indichi la ragione sociale della ditta (rilevabile dalla fotografia del bobcat, con il recapito), la data di inizio e di fine lavori”.
DRAGAGGIO NO, MA QUALCUNO STA LAVORANDO ALTROVE - “Sta di fatto - continua il nostro contatto riservato - che lavorano e i mezzi sono, infatti, sempre là. Ho accluso anche la fotografia in cui si notano” degli uccelli molto presumibilmente appartenenti a specie protette, “posati sul telo impermeabile, lasciato in balia dell'acqua”. In assenza di disturbo, se la sponda occidentale della Colmata B fosse rimasta com'era, questi uccelli avrebbero probabilmente nidificato lì, ma al momento di nidi non vi sarebbe alcuna traccia documentata. “Sta di fatto - afferma la nostra fonte - che, i lavori, sono continuati e, come dicono i napoletani, continuano aumma, aumma”. A questo punto bisognerebbe capire se l'ing. Sergio Tumminello (attuale sostituto di Croce) sia al corrente di questi lavori. Pare che gli operai della ditta, riferiscano a chi li interroga, che l'impresa per la quale lavoravano a fine maggio scorso, operava su mandato del Comune. Sarà vero? Siamo disponibili a dare notizia di eventuali smentite o conferme che siano.
LA QUESTIONE FANGHI DA SMALTIRE - La vera spada di Damocle, infatti, che inficia la definitiva risoluzione del dragaggio, necessario più che mai, del porto canale, è sempre la stessa: cosa fare dei fanghi e dei relativi rifiuti in essi contenuti e come gestirne il corretto smaltimento ambientale. Ricordiamo ai nostri lettori che i fanghi, man mano che vengono prelevati dai fondali andavano ‘caratterizzati’, cioè analizzati, per determinare l'eventuale inquinamento o tossicità degli stessi; da tali risultati, che auspicabilmente andrebbero resi pubblici per l'intera collettività, si sarebbe poi dovuto determinare il livello del loro degrado e la conseguente procedura di trattamento e smaltimento.
CARATTERIZZAZIONE FANGHI OBBLIGO DI LEGGE - Tale procedura, lo ribadiamo, non è un capriccio sottoposto ai cambiamenti del meteo, ma è oggetto di una ferrea previsione normativa ed è stata ribadita, con precise rassicurazioni in tal senso, dall’ex soggetto attuatore del dragaggio contro il dissesto idrogeologico, Maurizio Croce. Ricordiamo che l’ex assessore regionale ed ex candidato a sindaco di Messina - fu messo sotto inchiesta nei primi mesi del 2024. La vicenda giudiziaria atteneva ad un’indagine per corruzione nell’ambito di una serie di fatti relativi all’aggiudicazione e l’esecuzione di appalti, promossi dall’allora Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico per la Regione Sicilia.
I FANGHI ESTRATTI SI STANNO RIVERSANDO NELLA COLMATA ‘B’ O LAGUNA DI TONNARELLA - Sul rischio di un danno ambientale per lo sversamento di fanghi ‘tossici’, era già intervenuto, mesi ora sono, l’ex eurodeputato Ignazio Corrao. E le tracce fotografiche di rifiuti di vario tipo nascosti tra i primi fanghi del dragaggio sono facilmente reperibili sui social network, c’è di tutto: ci sono sostanze oleose, idrocarburi, cordami, plastiche, copertoni, bombole esauste di gas, parti di veicoli meccanici: tutto a cielo aperto e sotto gli occhi sonnolenti di chi, invece di vigilare, ha sonnecchiato tranquillamente, volgendo lo sguardo altrove. “Tieni conto - ci riferisce, in ultimo, la nostra fonte anonima - che i rifiuti accatastati, di cui alle fotografie, sono l'ultima parte di quelli (molto più consistenti) che sono stati trasportati in discarica prima. Vi sono pure disponibili le fotografie dei cumuli (enormi) di rifiuti abbancati prima".
L'ULTIMO ATTO CONCRETO - È stato compiuto quasi un anno addietro. Nei primi giorni di ottobre, e, più precisamente il sette, erano stati pianificati e realizzati alcuni nuovi rilievi batimetrici - utili al fine di riattivare le sempre più arrancanti, operazioni di dragaggio del porto canale di Mazara del Vallo. Tali operazioni, da cronoprogramma, si sono concluse il 10 Novembre 2024. L’ordinanza comprendeva sia il bacino portuale che il porto canale. La società Geonautics s.r.l. fu, infatti, incaricata di effettuare le indagini di profondità, con i relativi rilievi batimetrici, in nome e per conto della società “ARES s.r.l.”. In pratica si effettuò una ennesima mappatura dei fondali . Lo rese noto, ormai più di dieci mesi or sono, con una nota stampa, il capo del Circondario Marittimo e Comandante del porto di Mazara del Vallo. Da allora ad oggi tutto tace.
Alessandro Accardo Palumbo
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