Il giornalista siciliano Antonio Mazzeo rapito da Israele
La sera del 26 luglio la nave umanitaria Handala, del gruppo della Freedom Flottilla, è stata assaltata in acque internazionali dall'esercito israeliano.
A bordo, oltre a centinaia di chili di aiuti umanitari, anche 20 attivisti, fra cui gli italiani Antonio La Piccirella e Antonio Mazzeo, quest'ultimo insegnante messinese noto principalmente per il suo lavoro antimilitarista: tutti e 20 sono stati arrestati da Israele e gli aiuti sono stati sequestrati.
Tutto ciò viola il diritto internazionale: Israele non può bloccare aiuti umanitari, non può farlo in acque internazionali e non potrebbe neanche nel territorio palestinese da esso occupato. Purtroppo, non dovremmo più sorprenderci: era già accaduto con la nave Madleen (quella con a bordo anche Greta Thunberg), accade da quasi due anni con il blocco da parte degli israeliani degli aiuti via terra e, soprattutto, continua ad accadere da troppi decenni sul territorio palestinese.
Soltanto dal 7 ottobre del 2023 sono morti più di 60mila palestinesi (e questi sono soltanto i numeri ufficiali) e due milioni di persone sono sfollate e stanno morendo lentamente sia sotto le bombe che di fame. Ma non bisogna fare le narrazioni a metà, dato che il genocidio del popolo palestinese è solo la parte finale di un percorso che inizia almeno con la Nakba del 1948: da lì in avanti i palestinesi vengono sistematicamente deportati, ghettizzati, vengono posti in un regime di apartheid, giudicati in tribunali militari e spesso, anche ben prima del 7 ottobre, deliberatamente ammazzati.
La posizione dei nostri governi è agghiacciante: un silenzio assenso.
Il governo italiano ha oggi il dovere di proteggere Mazzeo e La Piccirella, cittadini italiani arrestati da Israele contro il diritto internazionale. Inoltre, il governo Meloni deve riconoscere il genocidio in corso (termine dichiarato dalla Corte Internazionale di Giustizia già l'anno scorso), riconoscere l'occupazione israeliana decennale del territorio palestinese e prendere apertamente posizione contro Israele, sia sul piano giuridico che economico.
Tutto ciò non è semplice geopolitica: ogni secondo che i vari governi mondiali abbassano la testa, Israele si sente sempre più legittimato a cancellare il popolo palestinese.
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