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01/08/2025 09:55:00

Guarrato, polemiche dopo la segnalazione del cane abbandonato

Non si placano le polemiche dopo la segnalazione, pubblicata da Tp24 nei giorni scorsi, sul cane abbandonato che da mesi vaga in via Adua, a Guarrato, nel territorio del Comune di Misiliscemi. Le immagini dell’animale infestato da zecche, visibilmente sofferente e lasciato per strada, avevano suscitato indignazione e preoccupazione tra i residenti.

Ma ora arriva una replica  affidata ai social e firmata da Baldo Ferlito, delegato trapanese dell’Oipa, l’organizzazione internazionale protezione animali. Ferlito contesta la ricostruzione apparsa su Tp24 e afferma che “il cane è stato già medicato” e che “non dà fastidio a nessuno”. Anzi: secondo quanto previsto dalla legge regionale, non è possibile rimuoverlo né trasferirlo in canile, a meno che non sussistano condizioni di pericolo reale o situazioni di maltrattamento.

“Molti pensano che portare via i cani e chiuderli nei canili sia la soluzione – scrive Ferlito – ma non è così. Questo cane vive lì da anni. È stato trattato con antiparassitari, torneremo anche domani per somministrare una compressa. Non possiamo fare altro”.

Il delegato Oipa racconta anche un retroscena. Nei mesi scorsi, la Polizia Municipale di Misiliscemi avrebbe chiesto un sopralluogo dopo le segnalazioni ricevute da un residente. “Mi sono messo in contatto con lui, gli ho offerto antiparassitari gratuiti, ma ha rifiutato, pretendendo il prelievo immediato dell’animale”, racconta Ferlito. “Prima ha detto che era un cane randagio, poi ha affermato che era stato in casa a una signora. È un comportamento contraddittorio, che lascia pensare che l’unico obiettivo fosse liberarsi del cane”.

Parole che non convincono tutti. Un lettore, Rossano Laviano, ha scritto alla redazione esprimendo sconcerto per quanto appreso: “Mi ha indignato sapere che l’Oipa preferisce lasciare il cane in strada perché ‘è la legge’. È stato detto che l’articolo è servito solo a ‘togliere di mezzo il cane’. Ma davvero è civile lasciare un animale abbandonato a se stesso, tra zecche e pericoli, pur di non tenerlo in un rifugio?”

La vicenda, insomma, solleva interrogativi più ampi sul trattamento degli animali randagi, sulla normativa regionale, ma anche sul senso civico e sul ruolo delle istituzioni. Intanto, il cane resta lì, sotto il sole di luglio, tra l’erba alta e l’asfalto rovente, al centro di un rimpallo di responsabilità.