È partito ieri, domenica 3 agosto, il nuovo dissalatore di Porto Empedocle, primo dei tre impianti strategici voluti dalla Regione Siciliana per contrastare la grave emergenza idrica che da mesi interessa l’isola. L’impianto ha iniziato a immettere nella rete idrica 50 litri al secondo di acqua desalinizzata, convogliati nel nodo di Villaseta a servizio della città di Agrigento.
Il direttore della Protezione civile regionale e capo della task force anti-siccità, Salvo Cocina, ha spiegato che la produzione aumenterà gradualmente: a partire dall’11 agosto verranno pompati ulteriori 25 litri al secondo, fino a raggiungere la capacità massima di 100 litri al secondo entro il 14 agosto. L’acqua andrà a rifornire anche i Comuni del Sud della provincia, compreso il capoluogo.
«L’entrata in funzione del dissalatore di Porto Empedocle rappresenta un risultato concreto nella lotta alla siccità che colpisce da tempo il nostro territorio», ha dichiarato il presidente della Regione Renato Schifani. «È una risposta immediata e tangibile ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Il mio governo continua con determinazione su questa strada per garantire alla Sicilia un futuro più sicuro e sostenibile sul piano delle risorse idriche».
Obiettivo 300 litri al secondo in provincia di Agrigento
Con il progressivo potenziamento della rete, l’acqua dissalata sarà miscelata con le risorse idriche disponibili al nodo di Villaseta e poi inviata ai serbatoi di distribuzione, migliorando così la qualità e la disponibilità idrica per i cittadini e le imprese. Il progetto prevede che, una volta a regime, la provincia di Agrigento possa disporre complessivamente di 300 litri al secondo di acqua potabile rigenerata, considerando anche l’attivazione futura del dissalatore di Gela.
Il secondo impianto, quello di Gela, è infatti in fase di collaudo e dovrebbe entrare in funzione intorno a Ferragosto, mentre per Trapani sarà necessario attendere fine mese. Complessivamente, la Regione ha investito 110 milioni di euro per la realizzazione dei tre impianti: 90 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione e 20 milioni dal bilancio regionale, di cui 10 destinati alla gestione.
Un impatto positivo per l’agricoltura e le imprese
Secondo gli esperti, l’impatto del dissalatore sarà particolarmente rilevante anche per il comparto agricolo, liberando volumi d’acqua preziosi per l’irrigazione, soprattutto nelle aree più colpite dalla siccità come il bacino del Castello di Agrigento. L’iniziativa è stata accolta con favore dalle associazioni di categoria: Paolo Ganduscio, agricoltore di Ribera e portavoce dell’associazione “Liberi Agricoltori”, ha sottolineato come «anche pochi metri cubi di acqua in più per ettaro possono fare la differenza per le coltivazioni». Nel frattempo, il governo regionale è al lavoro anche su altre misure, come il recupero di invasi abbandonati e la realizzazione di infrastrutture per la depurazione e il riutilizzo delle acque reflue. Con il completamento degli impianti di Gela e Trapani, la Sicilia punta ad aumentare la propria autosufficienza idrica, riducendo la dipendenza da fonti tradizionali sempre più compromesse dai cambiamenti climatici.