Anche la Sicilia è in prima linea per fronteggiare il devastante incendio che da giorni sta distruggendo le pinete del Parco nazionale del Vesuvio.
Su richiesta del Coordinamento delle Regioni, la Protezione Civile siciliana ha organizzato in poche ore la partenza di due pick-up antincendio e sette volontari formati AIB (antincendio boschivo), appartenenti alle associazioni Servizi per la Protezione Civile e il Sociale – SPCS e Gruppo comunale di Protezione Civile di Pollina.
Il direttore regionale Salvo Cocina ha ricostruito la catena di interventi: “Alle 14.45 abbiamo ricevuto la richiesta e subito attivato le nove chat provinciali del volontariato. Diverse associazioni hanno dato disponibilità immediata. In poche ore abbiamo individuato le squadre, fissato il luogo di partenza per il porto di Palermo e chiesto al Dipartimento nazionale di Protezione Civile l’imbarco urgente sulla nave Tirrenia per Napoli”.
Non sono mancati momenti di tensione: inizialmente l’ufficio di Palermo della compagnia di navigazione non autorizzava l’imbarco, nonostante lo stato di mobilitazione nazionale fosse già stato dichiarato. Solo dopo l’intervento del prefetto di Palermo e della Guardia Costiera si è sbloccata la situazione, consentendo la partenza serale.
“Anche se impegnati nella campagna antincendio in Sicilia – ha aggiunto Cocina – non potevamo non dare un segno concreto di solidarietà a chi è in piena emergenza. È uno dei principi base della protezione civile”.
Intanto il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci ha firmato il decreto che dispone lo stato di mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale, concordato con la Regione Campania.
Il fronte delle fiamme, partito da due chilometri, è arrivato a tre, alimentato dal vento e dalle alte temperature. Sul campo sono impegnati dieci mezzi aerei – sei della flotta nazionale e quattro regionali – e numerose squadre di Vigili del Fuoco, carabinieri forestali, Protezione Civile, Sma Campania e polizia metropolitana di Napoli. L’Esercito è pronto a intervenire con mezzi meccanici per creare linee tagliafuoco.
Secondo il sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, sono già andati distrutti circa 480 ettari di vegetazione – l’equivalente di 680 campi da calcio – mentre il fumo e la cenere hanno raggiunto anche i comuni costieri. “Non ci fermiamo – ha detto – dobbiamo salvare quanta più vegetazione possibile”.