A Castelvetrano c’è stata la presentazione della relazione annuale del sindaco in consiglio comunale. Ma poco si sa del dibattito che ne è scaturito, perché lo sfondo (non proprio decoroso) gli ha rubato la scena, prima sui social e poi sulla stampa.
Si tratta di un documento che per essere valido non ha bisogno del voto di approvazione del consiglio, perché la sua valenza è politica. In sostanza, è uno strumento che deve essere redatto per legge, attraverso il quale il sindaco informa l’organo di rappresentanza della comunità locale sull’andamento della sua amministrazione. E poi magari ne scaturisce un dibattito dove la maggioranza loda e la minoranza critica.
Qui però, alimentato dai commenti social e dagli articoli della stampa on line, a tenere banco, come dicevamo, è stato lo sfondo: una querelle tra l’assessora Monia Rubbino e la vicepresidente del consiglio Barbara Vivona, entrambe appartenenti a Forza Italia. Si è trattato di una discussione di carattere personale, che ha portato la Vivona ad abbandonare l’aula e, di conseguenza, a far cadere il numero legale per la validità della seduta (rinviata al giorno dopo).
La disputa è scaturita prima che iniziasse il consiglio comunale, quando l’assessora Rubbino si accorge che tra il pubblico in attesa, è seduta la giovane figlia universitaria della Vivona. Quest’ultima nei giorni scorsi avrebbe fatto dei commenti molto duri nei confronti dell’assessora, e lei, dopo essersi avvicinata, l’avrebbe invitata a moderare i toni su Facebook e a confrontarsi nel merito delle cose. Difficile dire di preciso che cosa avesse scritto la ragazza, secondo alcuni forse qualcosa del tipo “L’assessora non ha ancora detto una cosa intelligente”. L’accesa reazione della vice presidente del consiglio, pare invece sia stata provocata da un sarcastico bacio che la Rubbino avrebbe mandato a sua figlia una volta allontanatasi.
Episodio “gravissimo, superamento di ogni limite etico ed umano” secondo la Vivona. “Una sciocchezza” secondo la Rubino. Che però incassa la solidarietà del sindaco Lentini, che in una nota respinge e condanna con fermezza i “vergognosi attacchi personali” che si sono diffusi sui social nei confronti dell’assessora. Attacchi da “persone che nulla conoscono della reale dinamica dei fatti” e che “preferiscono alimentare odio e divisioni piuttosto che contribuire al dibattito costruttivo e all’attenzione verso i veri problemi della nostra città”.
E Lentini ha ragione da vendere quando afferma che la vicenda “nulla ha a che vedere con l’attività politico-amministrativa che questa amministrazione porta avanti ogni giorno”, ribadendo che, come sindaco, ha il dovere di non interferire nelle lotte interne ai partiti, ma di assicurarsi che questi conflitti non pesino “sul funzionamento della macchina amministrativa”.
Ovviamente, le tensioni interne e le divisioni di Forza Italia sono abbastanza datate. E sono state proprio queste a produrre due esponenti della maggioranza che si trovano in piena rivalità. Soprattutto per la legittima delusione della Vivona che si sarebbe aspettata, al posto della Rubbino, la nomina di qualcuno del suo gruppo. Si, perché lei fa capo al gruppo di Forza Italia del deputato Stefano Pellegrino, mentre l’assessora Rubino è legata al gruppo locale dell’ex deputato Tony Scilla, che ne è coordinatore provinciale.
Ma il sostegno di Forza Italia all’amministrazione Lentini non sembra sia stato mai messo in discussione. E le delusioni sulle scelte del sindaco di nominare un assessore piuttosto che un altro, non sono una novità. Basti pensare alle aspettative di Fratelli d’Italia quando, i consiglieri Francesco Sammartano e Vitalba Pellerito erano passati all’opposizione dopo la nomina non condivisa di Davide Brillo, in quota nel proprio partito. Oggi sembra che le incomprensioni col sindaco siano state superate.
Ad ogni modo, la vera protagonista di questi giorni avrebbe dovuto essere la relazione annuale del sindaco. Certo, i giornalisti si sono tuffati nella querelle, ma anche i politici non si sono strappati i capelli per riaggiustare il tiro. Nonostante le tensioni interne però, il consiglio comunale si è svolto lo stesso (rinviato di un giorno) ed è stato dedicato al documento di circa cento pagine che dettaglia l’operato e le prospettive dell’amministrazione. Consiglio legalmente costituito e, almeno fino ad oggi, maggioranza solida. Ma che dice questo benedetto documento? Se non è già stato pubblicato stamattina, dovrebbe comparire a brevissimo sul sito del comune.
Intanto l’opposizione, che ha disertato la seduta, spiega così le ragioni della sua assenza, in una nota a firma di Enza Viola (Obiettivo città), Monica Di Bella (Pd), Gaspare Catalanotto (Insieme nel Cuore) e Giovanni Impallari (La Svolta):
“Abbiamo deciso di non partecipare al Consiglio comunale – si legge – perché si trattava di un atto dovuto, convocato in ritardo e con urgenza, senza alcuna condivisione. Le scelte dell’amministrazione non sono mai state oggetto di confronto con l’opposizione, nemmeno quando originate dal lavoro delle Commissioni o dell’intero Consiglio”.
Ecco, l’opposizione fa l’opposizione. E la maggioranza fa la maggioranza. Querelle a parte.
Egidio Morici