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23/08/2025 20:29:00

Nave Mediterranea in navigazione verso il porto di Trapani

Nave Mediterranea, impegnata da giorni in operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, ha deciso di non rispettare l’ordine del Ministero dell’Interno che le imponeva di dirigersi verso il porto di Genova per lo sbarco di dieci persone salvate in mare. Il comandante dell’imbarcazione ha scelto invece di far rotta su Trapani, ritenendo “ingiusto e inumano” l’indicazione ricevuta dal Viminale.

 

A bordo si trovano dieci migranti – cittadini curdi provenienti da Iran e Iraq, egiziani e siriani – tra cui tre minori non accompagnati di 14, 15 e 16 anni. Secondo quanto denunciato dall’organizzazione Mediterranea Saving Humans, le persone soccorse sono in condizioni psicofisiche estremamente precarie, dopo aver subito detenzioni arbitrarie, violenze e torture in Libia. Durante la traversata, inoltre, hanno assistito alla sparizione di quattro compagni di viaggio, prima di essere gettati in mare dai trafficanti armati che conducevano l’imbarcazione.

 

 

 

Il Ministero aveva indicato Genova come porto “più vicino” in termini amministrativi, ma la decisione ha suscitato forti critiche da parte della Ong e del suo equipaggio, che denunciano la mancanza di attenzione per la salute dei sopravvissuti. Secondo lo staff medico di bordo, documenti clinici e certificazioni individuali attestano l’urgenza di sbarcare “nel porto sicuro più prossimo” per garantire cure mediche e psicologiche immediate.

 

La rotta verso Genova avrebbe infatti significato altri tre giorni di navigazione, un’attesa che le organizzazioni umanitarie giudicano “inumana e inaccettabile”. A sostegno di questa posizione, anche il Centro per il radio soccorso medico, consultato dall’MRCC di Roma, ha confermato la necessità di un approdo rapido in Sicilia.

“Abbiamo chiesto la riassegnazione del porto più vicino e restiamo in attesa di una risposta dalle autorità”, ha dichiarato Mediterranea Saving Humans. Nel frattempo, la nave ha già puntato la prua verso Trapani, pronta a sbarcare le dieci persone che necessitano urgentemente di assistenza.

 

La vicenda apre un nuovo fronte di tensione tra le Ong impegnate nei soccorsi e il Ministero dell’Interno, che da mesi adotta la linea dei “porti lontani” per scoraggiare le missioni umanitarie. La decisione della Mediterranea segna però un atto di disobbedienza civile che potrebbe avere conseguenze legali, ma che l’organizzazione rivendica come necessaria “in nome della dignità e della vita delle persone salvate in mare”.