×
 
 
23/08/2025 02:41:00

Leoncavallo, fine di un'epoca

Leoncavallo fine di un'epoca, il centro sociale di Milano è stato sgomberato nei giorni scorsi. 

 

La prima sede nel 1975 fu un'area pubblica dismessa, un caseggiato affacciava nella via da cui prese il nome. Si realizzò,anche grazie alla componente operaia del quartiere, un centro con attività sociali, culturali e di supporto alla comunità, come una mensa e ronde contro lo spaccio di eroina. Il 18 marzo 1978, due frequentatori, Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci -Fausto e Iaio- vennero uccisi. Il duplice omicidio è rimasto irrisolto, si sono ipotizzati moventi politici, di militanti di estrema destra, oppure per le indagini, molto probabilmente, che i ragazzi stavano conducendo sul traffico di droga nel quartiere che coinvolgevono ambienti della malavita milanese. Da allora le madri dei due ragazzi e altre donne del quartiere hanno iniziato a partecipare attivamente alla vita del centro sociale, creando il gruppo delle "mamme del Leoncavallo".Nel 1989 l'area dell’immobile passò al gruppo Cabassi, che ottenne dall'amministrazione comunale la decisione dello sgombero per costruire uffici e negozi, era la Milano da bere socialista. Ci fu un tentativo di sgombero con violenti scontri, con arresti e condanne. Poi però l'area venne rioccupata e sistemata nuovamente, le attività ripartirono.

 

Nel 1994 la sede storica venne abbandonata e per evitare scontri con le istituzioni in quel momento la giunta era a guida leghista di Formentini, fu concordato uno sgombero pacifico e assegnata per sei mesi una sede in via Salomone. Quando anche questo punto venne sgomberato, venne occupata una ex cartiera in via Watteau, in zona Greco, con una sorta di via libera non ufficiale del proprietario Marco Cabassi, che per alcuni anni non richiese lo sgombero dell’immobile. Lo spazio di 4mila mq coperti, più cortili, spazi verdi e sotterranei, è stato sistemato come un quartiere. Iniziò un dialogo con forze politiche -in particolare Rifondazione Comunista- e istituzioni. Il centro sociale prese il nome di Leoncavallo S.P.A. -Spazio Pubblico Autogestito-Nel 1999 i proprietari della struttura, legittimamente, hanno ricominciato a chiedere la liberazione. Nella mattinata del 21 agosto 2025 la polizia ha eseguito, con l'ufficiale giudiziario, l'ordine di sfratto emesso, anche perché il ministero dell'Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni ai proprietari dell'area, per il mancato sgombero. L'associazione Mamme del Leoncavallo aveva presentato una manifestazione d'interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale dall'attuale spazio. Nel periodo d'occupazione Milano è stata governata per 18 anni, fino al 1993, dal Partito Socialista Italiano,dal 1993 al 2011 da Lega, Pdl -Forza Italia e Alleanza Nazionale-, negli ultimi 14 anni dal centrosinistra. La storia narra che il Leoncavallo da tutti i partiti della città è stato ritenuto un presidio culturale e sociale che sopperiva finanche all'assenza della pubblica amministrazione. Infatti chi adesso esulta per la sua chiusura, Salvini, dai 16 ai 19 anni quando era al liceo Manzoni ha confessato:"il mio ritrovo era il Leoncavallo, stavo bene, mi ritrovavo in quelle idee, in quei bisogni", e a conferma della bontà del presidio aggiunse: "Per un periodo ho continuato a frequentare i centri sociali. Poi ho avuto guai, ma non dai miei coetanei: a creare problemi sono sempre quelli lì, i trentacinque quarantenni che strumentalizzano i giovani e forse sono strumentalizzati loro stessi". Banalmente, in quanto luogo di aggregazione può essere soggetto a contaminazioni illegali e nonostante lo Stato abbia delegato a una sua funzione deve vigilare.


Si attende lo stesso trattamento per lo stabile del ministero dell'istruzione occupato da 22 anni da Casapound, che ha generato un danno erariale stimato finora di 4,5 milioni di euro, per organizzare convegni di neofascisti.

 

Vittorio Alfieri